Secondo album per il progetto norvegese Antipole (Karl Morten Dahl e Anne-Christel Gullikstad) che propone una forma delicata ed emozionante del ‘verbo’ dark/coldwave, pervasa di malinconia e davvero gradevole da ascoltare. Delle otto tracce di Getting Frequent Now, alcune sono nuove versioni di singoli usciti in precedenza – “Deco Blue”, “Someday 45”, “Ephemeral” e “Narcissus” – mentre le altre sono inedite: tutte sono comunque caratterizzate da una chitarra dalle sonorità liquide, qua e là ‘spruzzate’ di shoegaze, basso ‘grintoso’, tessiture elettroniche morbide e trasognate ed una ritmica sobria ma tesa. Inizia davvero degnamente l’opener “Deco Blue”, evocando, con la suggestione di basso e chitarra, tristi e armoniosi scenari wave dominati dal canto dai toni remote, ma ricco di pathos, di Mats Davidsen. La seguente “La Vie Après” che, come tutte le restanti, vede la collaborazione del produttore e musicista inglese Paris Alexander (Alex Vigay), opta per un andamento più vivace pur mantenendo il clima sognante grazie ad una chitarra limpida e vibrante e la melodia è proprio irresistibile; “Someday 45” parte di basso in stile wave ‘canonico’ – qui le reminiscenze dei classici si fanno sentire forti e chiare – lasciandolo centrale per la maggioranza del tempo anche rispetto alla chitarra e riducendo al minimo la parte vocale. Il mood wave prosegue poi in “Distant Fall”, più cupa e ben consolidata da una trama sintetica densa oltre che scandita, ancora una volta, da un bellissimo basso. Niente affatto male anche l’‘aerea’ “Ephemeral”, resa vaga e un po’ surreale dall’eco della voce, mentre “All Alone”, minimale e orecchiabile, strizza l’occhio al dancefloor con molta eleganza. Infine, “Le Châtelet” regala un momento di malinconia coinvolgente in una delicata armonia e “Narcissus”, che va avanti efficacemente per otto minuti circa arricchendo la scena senza appesantirla, conclude con la formula più collaudata – perfetto stile wave! – e con un’atmosfera assai dark un album intrigante e piacevole.