Il nuovo album di Antipole è un’antologia che raccoglie le precedenti uscite digitali affiancate da sei pezzi nuovi, tutti frutto della collaborazione tra il nucleo storico formato da Karl Morten Dahl e Anne-Christel Gullikstad e Paris Alexander e Eirene, che pur apparendo come featuring ormai sembrano parte integrante di questo gruppo. Dopo varie collaborazioni gli Antipole sembrano così aver finalmente trovato una cantante stabile, per questa musica contraddistinta dalle chitarre sempre in primo piano, rese emozionali dai riverberi, a cavallo tra shoegaze ed i pezzi più introspettivi dei Cure,

L’album è aperto da “October Novel”, dove la bassline iniziale si stempera tra gli echi delle chitarre ed un cantato a doppia voce, che suona come l’invocazione di un desiderio profondo.

“Shadow lover” è un pezzo pieno di amore romantico, dove spicca il contrasto tra le parole d’amore e la malinconia della musica, come se il legame affettivo fosse una luce che brilla nell’oscurità, la dolcezza che riesce a dipingere un sorriso in un cuore tenebroso.

In “Dans l’entrée” le chitarre si fanno più veloci, compulsive, con la voce che dapprima appare timidamente per poi risaltare nella parte centrale del pezzo e diventare come un richiamo di sirena nel finale.

“Summer never ends” è impreziosita dal contrasto tra la base ritmica quasi dance, la chitarra molto cupa e degli effetti quasi industrial che le donano un senso di dinamismo, di movimento verso qualcosa di caldo, di prezioso, come un raggio di sole nelle terre del Nord.

“Reflected in you” ha degli accordi che ricordano “Faith” senza averne la cupezza: come se la fede fosse in una creatura quasi simbiotica e non una credenza astratta. Il pezzo ha una dolcezza di fondo, messa in risalto dalla voce che ripete quasi ossessivamente “I see myself reflected in you”.

“Magnolia skies” è aperta dalla voce di Eirene che ripete “catch me” e le chitarre che suonano un crescendo che pare una corsa irrefrenabile e piena di aspettative e sogni verso quel richiamo.

“All alone” oscilla tra il goth e la ballata rock, con dei richiami subliminali a molte sfaccettature della musica oscura.

“Le Châtelet” è uno dei pezzi più vicini ai malinconici strumentali degli esordi di questo gruppo; qui la produzione è leggera e la chitarra intimista resta in primo piano, accompagnata da una voce profonda che ne accentua il pathos.

In “Someday 45” le chitarre fanno da controcampo ad una base ritmica molto serrata che conferisce al brano un alone teso ed inquieto, che nella parte centrale si avvicina all’EBM.

“Narcissus” è oscuro e profondo, come un’esplorazione dell’inconscio a ritmo di basso e graffianti suoni di chitarra.

“Distant fall” ha delle sonorità molto new wave, con basso e chitarra che passano da un crescendo ad un suono sfumato, impreziositi da un synth freddo che parte dal sottofondo iniziale per diventare l’unico strumento degli ultimi istanti, quasi a raffigurare una caduta in un abisso di ghiaccio.

 “Closer” ha una base ritmica che pare un battito cardiaco, sul quale si inserisce la chitarra e la voce di Eirene, dolce e lontana, come quella di una creatura fatata che parla da un universo onirico.

“Please let me sleep” è impregnato di atmosfere rarefatte, create sia dalla chitarra riverberata e dalla voce remota che conferiscono un’aurea onirica al brano.

L’intensa cover strumentale di “Insight” chiude quest’album, come per ricordarci che la musica non ha bisogno di parole per esprimere sentimenti.

 

https://hivmusic1.bandcamp.com/album/northern-flux-elegant-wave-upr076-compact-disc

 

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