Gianluca Favaron è un artista sperimentale molto attivo in vari progetti – fra i quali ricordo Under The Snow (con Stefano Gentile) e Zbeen (con Ennio Mazzon) – e ha collaborato anche con Corrado Altieri, nome importante della scena post-industriale italiana. Chi non lo conosce o vuole approfondire la sua musica potrebbe procurarsi la cassetta uscita quest’anno per la sempre meritoria etichetta svizzera LUCE SIA, una garanzia in ambito di sonorità post-industrial e di confine.

Con Blank Space Favaron ci regala 2 lunghi brani – ciascuno dei quali della durata di circa 16 minuti – nel solco di una sperimentazione radicale e senza compromessi più vicina, per sensibilità, all’avanguardia e alla musica di ricerca rispetto all’industrial.

I titoli dei 2 brani – “Roquentin” e “Meursault” – rimandano all’universo letterario dell’Esistenzialismo e, in particolare, ai libri La nause” di Jean Paul Sartre e Lo Straniero di Albert Camus di cui questi 2 personaggi erano i protagonisti. Ho trovato le composizioni di Favaron perfette come ideale commento sonoro alle atmosfere plumbee e desolate create dallo scrittore francese teorico della “prigione senza muri”. Siamo di fronte ad una musica fredda e asettica, non lontana da certi autori storici dell’avanguardia come Karl Heinz Stokhausen o da certe sperimentazioni di gruppi Krautrock come i Kluster. Le ambientazioni sono cupe e minimali ed evocano paesaggi disabitati in cui la vita stessa del’uomo non ha più senso. È un disco all’insegna di un nichilismo che riflette la decadenza della nostra civiltà. Edizione rigorosamente limitata a 60 esemplari.

Disponibile su Bandcamp (https://lucesia.bandcamp.com/album/030-gianluca-favaron-blank-spaces-i-dont-want-to-be-happy)  e acquistabile presso LUCE SIA (https://www.facebook.com/LuceSiaLabel/).