Arthur Machen è uno dei grandi della letteratura fantastica “Weird” classica e lo possiamo mettere sullo stesso livello di H.P. Lovecraft – di cui fu ispiratore -, Algernon Blackwood, William Hope Hodgson, M.P. Shiel e pochi altri. In possesso di uno stile aristocratico, raffinato e molto poetico, lontano dal quello del suo epigono Lovecraft, lo scrittore gallese ha creato veri e propri classici del fantastico. Segnalo, in particolare, Il Gran Dio Pan, il ciclo I Tre impostori – definito da Elémire Zolla “un capolavoro circolare” – e il romanzo La collina dei sogni, considerato da Mario Praz “il libro piu’ decadente della letteratura inglese”.
In realtà, nel nostro paese, a differenza di altri nomi, c’è sempre stato un certo interesse nei confronti di Machen anche se, alla fine, a venire ristampate sono sempre stati gli stessi racconti e romanzi. Per fortuna, in questo senso, ora sembra muoversi qualcosa: Providence Press ha pubblicato il romanzo Il Cerchio Verde mentre le Edizioni Hypnos hanno reso disponibile il lungo racconto – inedito in Italia – Un frammento di vita che fu pubblicato in origine nel 1902 sulla rivista Horlicks Magazine in 4 capitoli e venne abbinato a uno dei suoi capolavori ovvero Il popolo bianco. Si tratta, come si può capire leggendo l’introduzione scritta dallo stesso Machen in occasione dell’edizione americana di The House Of Souls del 1922 in cui comparvero questi racconti, di 2 opere che, seppur apparentemente diverse, sono complementari. Sono state scritte nel 1899 in uno stile che Machen voleva avvicinare, in qualche modo, a un gusto “più contemporaneo”. Con Un frammento di vita voleva dar corpo a quella che è stata la poetica della sua filosofia ed estetica, finalizzata alla ricerca della vera essenza della realtà al di là delle apparenze. Si tratta di un percorso personale che lo porterà anche ad abbracciare la società della Golden Dawn, all’epoca molto influente e frequentata da numerosi personaggi famosi come Algernon Blackwood, Aleister Crowley, Yeats, Bram Stoker e molti altri. Ma andrebbe detto come Machen disdegnasse l’occultismo in ambito letterario, che considerava alla stregua di paccottiglia come emerge leggendo un suo articolo sull’argomento recentemente tradotto da Pietro Guarriello nel primo numero della rivista Zothique. La sua sensibilità lo portava a scrivere di cose segrete, a scoprire “melodie inascoltate” e ad accedere agli incantesimi che aprono le porte sulla piena visione del mondo invisibile.
Un frammento di vita è una delle sue opere che più si avvicinano alla sua “visione” della realtà ed è basato sul concetto tra “il contrasto tra il rozzo sobborgo londinese e la sua vita meschina e limitata e i viaggi quotidiani alla City: la sua totale banalità e mancanza di significato: tra questo e la vecchia casa grigia a colonnine sotto la foresta vicino al fiume”; è come se Machen avesse sempre cercato di riscrivere la stessa storia lungo tutta la sua vita. Il protagonista del racconto – Edward Darnell – cerca di evadere dal grigiore della vita come impiegato nella City portando il suo sguardo verso mondi sconosciuti intrisi di un misticismo antico. Il popolo bianco era invece assente da troppo tempo ed era reperibile solo in vecchie edizioni per cui questa ristampa risulta sicuramente molto gradita in quanto trattasi forse della sua cosa migliore come riteneva anche Lovecraft. In appendice sono presenti anche il quarto capito di Un frammento di vita e il breve racconto Un doppio ritorno. Disponibile presso il sito delle Edizioni Hypnos: http://www.edizionihypnos.com/.
Arthur Machen “Un frammento di vita/Il popolo bianco” – 233 pagine – Euro 21,90 -Edizioni Hypnos – 2018