Alle origini (1996) quasi uno spin-off di The Nefilim, con Paul Miles e Simon Rippin ad “imbastire” il progetto chiamando alla base pure un altro veterano della scena brit-goth, Peter “Bob” White. Non ostante il lignaggio dei coinvolti, l’esordio “Jahazralah” non ricevette adeguato responso e come sovente accade l’impresa venne abbandonata, non dopo averla testata on tour. Ma Miles evidentemente non intendeva disperdere i semi di quell’esperienza, ed ecco che finalmente MMXVIII vede la luce, forte di cinque tracce solide e dirette che chi apprezza queste sonorità non potrà trascurare, pena l’esilio forzato. La coppia iniziale “Absolution” e “When light casts no shadow” sono da elencare fra le goth-songs ideali, armonie ben calibrate, suono (negli anni Miles si è meritato fama di eccellente produttore) pulito ed asciutto, pochi orpelli ma grande eleganza ed una fragranza pop che arricchisce ogni singolo motivo di ulteriore grazia. La band che il leader ha allestito è dotata di qualità, avendo arruolato di Danny Tartaglia al basso, Belle Star alla batteria ed un interprete ispirato come Nick Schultz (Faces of Sarah). L’ennesimo super-gruppo edificato da stanchi interpreti di una formula mandata a memoria, tanto per far trascorrere il tempo? Non commettete questo errore, MMXVIII è disco di mestiere, ma le idee sono ottime e ben sviluppate, i debiti di ispirazione si pagano ma il conto viene saldato con onore, canzoni come “The awakening” e l’epica cavalcata “Dreams of the dead” dall’enfatico crescendo non rivoluzionano uno spartito solido e sperimentato, ma traspaiono dall’esecuzione di esse grande passione e forza d’animo. Sensorium va ad aggiungersi a quella schiera di band (con le quali condivide i componenti) che interpretano un suono ormai immortale, ponendosi sullo stallo occupato da NFD e Last Rites. Semplicemente gothic-rock! (P.S.: si potrebbe emendare il “Saints of Eden remix” di “Absolution”, se non per il remoto ricordo dei Dead or Alive che il suo ascolto fa riemergere).