Il nuovo Interpol Marauder è un disco che rappresenta una sorta di ritorno alle origini dal punto di vista dell’attitudine, da parte di Banks & Co.

Dopo “Our Love…” infatti la band aveva licenziato album con brani molto interessanti ma anche passaggi non propriamente a segno, che avevano fatto storcere il naso a non pochi sostenitori della prima ora. Cosa che per gli intransigenti già era capitata all’uscita di “Antics” se vogliamo essere storicamente pignoli.

Nel 2018 le 13 canzoni di Marauder suonano fresche e spontanee. Come se Banks avesse deciso di essere finalmente libero di comporre e suonare seguendo il suo istinto: questo sicuramente è il maggior pregio dell’album. Si ha proprio l’impressione che la band abbia lavorato serenamente durante la registrazione.

La parte iniziale è fantastica. Si parte con “If You Really Love Nothing”, ultimo singolo estratto dall’album nonché uno dei brani più belli degli Interpol, seguito dal primo singolo, ovvero “The Rover”, brano che trasuda energia in ogni secondo, rispettando lo stile al quale la band ci ha abituato.

La cadenzata  “Complications”, introduce quello che probabilmente può essere considerato il brano più originale e malinconico, non solo del lotto, ma di tutta la discografia dei Nostri: “Flight on Fancy”. L’andamento di questa canzone, il timbro di Banks che si accende solo in determinati momenti, la rendono davvero originale.

Il resto del disco presenta due interludi strumentali e mantiene il livello su standard medio alti che non fanno gridare al miracolo come ai tempi di “Turn On The Bright Lights” ma che ci consegnano quello che, a conti fatti, è l’unico disco in grado di contendersi il terzo posto in classifica nella discografia degli Interpol, gareggiando con “Our Love To Admire”.

I brani più deboli sono “Number 10”, che poche settimane fa fu la seconda scelta data in pasto al pubblico e l’anonima “Stay In Touch”.

Naturalmente in molti non ameranno questo disco. Sono in troppi coloro che non riescono ad andare oltre all’esordio degli Interpol. Beh… non sanno quello che si perdono o semplicemente ne sono consapevoli ma non vogliono cambiare la loro posizione. In questo caso l’unica speranza potrà essere il tanto famigerato “senno di poi…”.

Io ho avvisato!