Ascoltando l’ultima realizzazione del duo Hypercube & UNIC6 il primo pensiero che mi coglie è: le sperimentazioni non finiscono mai. Già quando John Cage nel 1952, anche in seguito all’esperienza nella camera anecoica, compose “4’33”, per qualsiasi strumento ossia nessuno strumento, si è pensato che ormai si è detto tutto. La ricerca è invece continuata, investendo ogni genere di sonorità e di emozione, e così come la fisica ha dissolto le barriere newtoniane delle strutture dell’immensamente grande e dell’immensamente piccolo, la musica si è proiettata verso spazi indefiniti, in cui ogni linguaggio si destruttura seguendo grammatiche incomprensibili alla ragione.
Binary Planet nasce dalla collaborazione di tra Hypercube (Rodrigo Passannanti) ed il pluri-strumentista d’avanguardia Frédéric Iriarte (UNIC6 / Electroacoustic Universal Art Music) rivelando esplorazioni sensoriali in un’unica fusione di molteplici espressioni sonore. Già l’arsenale strumentale utilizzato dagli artisti la dice lunga sulle loro intenzioni di “andare oltre”: chitarra, contrabbasso, flauto, sassofono, scacciapensieri, piatti, strumenti a percussione e tastiera solista armeggiati da Frédéric Iriarte, mentre la programmazione, gli arrangiamenti, composizioni, produzione e masterizzazione sono appannaggio di Rodrigo Passannanti.
Conosco Rodrigo da tempo, essendo entrambi originari di Taranto, a partire dalle sue prime esperienze tecno con i Koramina nel lontano 1984, passando anche per la comune esperienza Friday’s Ashes, che nel 2006 celebrò l’inquietante tradizione religiosa tarantina della Processione dei Misteri attraverso diverse chiavi interpretative di un medesimo testo poetico. Il suo progetto Hypercube (Bandcamp: https://hypercube-audio.bandcamp.com ) ha imperversato per Italia, Danimarca e Regno Unito dopo aver debuttato nel 1996 con il suo primo album Earobics sull’etichetta Hypnotic / Cleopatra (USA), discografica nota per gruppi di fama quale i FSOL, Loop Guru e molti altri. Sin da allora Hypercube ha prodotto e pubblicato numerose registrazioni sonore con vari pseudonimi su varie etichette tra le quali: Blue Room (Regno Unito) – Klang Galerie (Austria) – Nova Tek (Germania) – Criminal Records (Regno Unito) – SPV (Polonia) – Nova Zembla (Belgio) – Ressonus (Repubblica Ceca) – Abstrakt Reflections (Argentina) – Electron Emitter (Lituania) ecc. compreso concerti dal vivo ed una collaborazione a lungo termine con il produttore Andy Hughes (ex membro degli ORB). Hypercube si evolve su sperimentazioni audio visive con uso estensivo di plugin, effetti software ed audio processori nei parametri della musica digitale e computer music
UNIC6 (Frédéric Iriarte – Francia / Svezia) è un multi strumentista d’avanguardia (chitarra, suoni elettronici, contrabbasso, sassofono, pianoforte, tastiera, percussioni etc). Compositore nel campo della musica elettro-acustica, sperimentale, improvvisata e cinematografica con oltre 200 video su youtube e molteplici film shows anche in base ad esperienze vissute (Bandcamp: https://unic6.bandcamp.com). Artista visivo, designer ed ex insegnante al Royal Institute of Technology di Stoccolma e compositore coinvolto in numerosi progetti con poeti e 20 pubblicazioni ufficiali su varie costellazioni, basate anche su collaborazioni con musicisti di grande talento in tutto il mondo, molteplici esibizioni dal vivo (gallerie e musei) nell’ambito visual arts e sound design. È un ricercatore dell’evoluzione sonora senza limiti di confine e risonanze che lui denomina “Irrealismo di realtà alterne”.
Il connubio tra i due sperimentatori ha prodotto questo “Pianeta Doppio”. Un pianeta doppio è un insieme di due pianeti di massa simile o almeno comparabile, che orbitano l’uno attorno all’altro. La distinzione tra un pianeta doppio e un sistema che comprende un pianeta e una luna non è precisa, e un accordo generale deve essere ancora raggiunto; La distinzione più accettata sembra essere quella che, perché il sistema sia un pianeta doppio, il baricentro (che è anche il punto attorno a cui entrambi orbitano) non si trovi in nessuno dei due corpi, ma cada nello spazio.
La caduta nel caos abissale è infatti la sensazione che coglie l’ascoltatore, investito dalle molteplici e contrastanti sonorità che lo avvolgono da ogni parte, secondo successioni sconnesse e rapporti geometrici non euclidei.
Gli stessi artisti definiscono la loro collaborazione “neuro cosmica”, evidenziando le due polarità intorno cui si muove la ricerca. In effetti l’emozione prevalente è quella di una caduta libera nelle voragini insondabili del cosmo e della mente, attraverso un moltiplicarsi di immagini sonore ora coerenti ora disturbanti, tutte orientate verso inafferrabili dilatazioni spazio temporali.
“Aphobic Context” unisce gli insegnamenti di Brian Eno e fraseggi jazzistici distopici, secondo una ritmica persuasiva ma a tratti demolita da inaspettate devastazioni sonore che ogni volta comportano modificazioni sequenziali. “Terminal Gloss” è una sovrapposizione continua di sonorità cosmiche su cui si stagliano le psicotiche scorrerie di un flauto allucinante, suonato da Marino Zappellini. “Offline Retina” ci introduce invece per oscurità annientanti, su cui progressivamente si disegnano, in crescendo, moltitudini di messaggi sonori che, dopo aver confuso i sensi dell’ascoltatore, si dileguano proiettandosi nuovamente per orizzonti cosmico/mentali sconosciuti. “Vortex Of Illusion” riporta alle sperimentazioni elettroniche di scuola tedesca, tanto care ai primi Popol Vuh, con tonalità molto psichedeliche. “Acrobatic World” disegna invece una dimensione ambient disturbante, dominata da effetti vocali (di Metalique) allucinanti e destrutturanti, che evocano una possibilità comunicativa immediatamente turbata e sprofondata in tenebre abissali. Infine “Flexipatch”, il brano più godibile (termine da prendere molto con le molle nel caso in esame …) contraddistinto da un pattern di base ipnotico su cui si sviluppano temi sonori ora isterici e dilanianti, ora più cosmici ed avvolgenti.
Opera quindi di non agile ascolto, destinata a palati avvezzi alle più intricate ed azzardate sperimentazioni, dove si può percepire l’essenza del rapporto duale, cosmo – psiche, l’infinito fuori di noi e quello dentro di noi, delineato attraverso il continuo confronto tra immagini timbriche profonde e dilatate e la frenetica invasione di sonorità disturbanti, distoniche e a tratti schizoidi. Il filo delle composizioni sembra seguire architetture geometriche incomprensibili, linee che si perdono, si frantumano per poi defluire secondo coordinate assiali vorticose in un abisso alieno. La musica infatti non è più intesa dagli artisti nel suo linguaggio comunicativo armonico, ma tramutata in esperienze sensoriali che si moltiplicano secondo linee sinaptiche discontinue, dove il libero svolgimento del pensiero si converte in un susseguirsi di immagini ed emozioni, perdendo ogni coordinata razionale. Il surrealismo nella musica, secondo la sua concezione più estrema, è qui.
Info:
HYPERCUBE – Facebook: https://www.facebook.com/hypercubeaudio
Frédéric Iriarte: http://www.iriarte.info