Torna il progetto svizzero Veil of Light con il nuovo album Inflict. Lo stile e le scelte rimangono invariati, benchè si notino una maggiore cura e un atteggiamento più spigliato e professionale. Il disco contiene otto brani di matrice postpunk dominati da forme elettroniche energiche, anche a tinte industriali, che spesso strizzano l’occhio all’EBM o, all’occasione, tentano soluzioni sperimentali: un’evoluzione graduale che, comunque, distanzia visibilmente Inflict dal primo lavoro Ξ pubblicato da Beläten. L’opener “So Hard” attesta i legami con l’industrial già rilevati in Front Teeth e propone visioni assai cupe e ansiogene. Subito dopo, “You Done Me Wrong” insiste nella formula con modalità già conosciute, utilizzate, tanto per fare un esempio, dal collega di etichetta Qual e “Fact2019” include invece sonorità in linea con la tradizione synthwave seppur mantenendo un andamento decisamente sostenuto; “Holy Wars” apre risolutamente ai suoni più radicali. Poi, bypassati i rumorismi sperimentali di “Europe”, la martellante “Animal Instinct” oscilla fra l’elettronica dura e lo stile più orecchiabie, quasi alla Depeche Mode, mentre la title track ‘rallenta’ a favore di scenari tenebrosi e fortemente inquietanti. Infine, “Nothing Left” conclude con ritmiche incalzanti, canto sofferto e colori invariabilmente oscuri un album originale il giusto, ma che ha un suo perchè.
Lascia un commento