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E’ Bruno Masulli (In Aevum Agere, ma anche Annihilationmancer, I Miti Eterni e Power Beyond) il titolare del progetto Et Signvm Erat, giunto all’esordio con il presente, compatto ep. Quattro tracce che si aprono proprio con “Some of those memories” ove il suono della band-madre si arricchisce di una componente gotica che rende la struttura del brano più lineare. La chitarra sale di tono, rivelando le dichiarate affinità con i Paradise Lost, quelli di “Gothic”. Apprezzabile l’impegno di Bruno, il quale evita il plagio: il suo è un ricorrere ad una formula consolidata, prendendola a modello, non avrebbe assolutamente senso in fatti riproporre la scrittura adottata per IAA. Questa canzone, con le due che la seguono, è stata composta nel 2018, mentre la conclusiva “Chalice of salvation” risale addirittura al 2010. E’ qui che il doom più asciutto e solenne torna ad ergersi protagonista, ammantato d’una aura misticheggiante richiamata dal titolo. L’esposizione non è esente dall’impatto tipico della one-man-band, il risultato però è decisamente interessante. Gli squarci in growl di “Unidentified” rimandano al death-doom che tanto ha contribuito a rinnovare il genere, questa canzone vanta inoltre un bell’intarsio della chitarra. E’ un riandare indietro nel tempo, a quell’epoca tumultuosa che vide nascere i citati Paradise Lost, gli Anathema, i My Dying Bride. Anche il suono, spartano, contribuisce a consolidare quest’impressione, l’esperienza di Bruno fa sì che il mero revivalismo venga accuratamente evitato. In “Disappearing into oblivion” è il canto ad ergersi a protagonista, sovrastando un tumultuante magma sonoro, un’ispecie di Avatarium con voce virile.

Et Signvm Erat non va catalogato sotto la voce progetto-parallelo. Le idee ivi profuse lo rendono in fatti corpo a sé; da appassionato, esorto Bruno ad insistere, mai saremo sazi (di doom)!