Se il doom è un genere inamovibile per la sua istessa natura, è ben vero che si possono ricuperare alcune dei suoi attributi ed inserirli in un contesto più elaborato. E’ quanto fanno i Dvm Spiro, ensemble che vede la presenza di ex-membri dei Nihil Locus che, come altri colleghi di etichetta, sono attratti dalla componente teatrale alla quale la musica c.d. estrema ha fatto sovente ricorso. Una sorta di continuità/comunità artistica che si è formata (non definiamola “scena”, per carità) della quale è doveroso dar atto a My Kingdom Music di averne accolto e stimolato le urgenze. Il costrutto elaborato dal quartetto è ascrivibile certamente al “genere” di riferimento, il ricorso a recitati, a strumenti (dei quali si occupa lo screamer Maurizio Demichelis) quali viola da gamba e lira cretese, attribuiscono al suono di MMXIX – In Frigidvm Lectvm profondità, umore, carattere personalissimi, sottolineati dall’interpretazione vocale dello stesso Maurizio, di Roberto Ripollino (growls e chitarre) e di Valeria De Benedictis (recitato, canto pulito, chitarre e tastiere). Se il funeral doom attraversa una fase di stagnazione, di ripiegamento, è l’audacia, la sperimentazione di nuove formule a porgli un appiglio, un salvacondotto che gli permetta di sopravvivere a sé stesso. Prendasi ad esempio “Ermetica discesa”, undici minuti da manuale, batteria tonante, a solo di chitarra lancinante, alternanza di voci evocanti un’autentica calata agli Inferi. “Dolce” è una mesta litania funebre che rappresenta il trapasso dal dolore, dalla disperazione alla rassegnazione per la perdita di un caro, “Infida metamorfosi” si apre illudendo l’ascoltatore, disegnando paesaggi crepuscolari che tosto mutano in tormenta (interiore ed esteriore). E’ un disco, MMXIX – In Frigidvm Lectvm, che rappresenta l’ennesima sfida lanciata all’ascoltatore distratto di oggi, ma non a chi a queste atmosfere è aduso. Lo pubblica un complesso di Maestri preparati, calati in una dimensione artistica superiore, se si considera gli standard odierni. Affascinante.