Voce magnifica, un dono della Natura del quale Louise Lemon è consapevole. “Devil”, la title-track, brano interpretato con fermezza e talento, è uno dei picchi della carriera di questa giovane cantante che tanto altro ci riserverà, in futuro. “All my tears” che chiude Devil  raccoglie frammenti dal passato e li ricompone in un quadro dalla luce vivida. Ma è in “Bathe in gold” che Louise mette a nudo la propria anima: una canzone dall’apparenza fragile, delicata, se non fosse che la voce non cede, non trema mai. Quanta grazia, e quanta forza. Fra le sue migliori espressioni, ove il talento trova humus fertilissimo per svilupparsi. Intensa, profonda, coinvolgente, Louise Lemon sa di dover confrontarsi con una platea di colleghe assai nutrita. Dare sempre il meglio fa parte della sua indole, evidentemente. “Forever alone” è un jazz notturno, è un gospel per anime sofferenti, sole, abbandonate ad un destino incerto. Troveranno però la loro via. Gli arrangiamenti finissimi (co-produce Anders Ludwigsson) accreditano un complesso che sa assecondare la stellina svedese, anche quando l’atmosfera si fa più rilassata, aperta alla quiete domestica di ”Taurus woman”,  l’America rurale raccolta in preghiera tra le mura disadorne d’una chiesa di campagna, i libri dei Salmi che lasciano intravedere i segni dell’usura, le pagine sgualcite e le mani tremanti, le voci che a stento empiono il vuoto delle navate. E’ il brano che preferisco (mi sono commosso), di questi cinque, di questa ennesima collezione di perle lucenti. E se il Successo che merita bacerà la sua fronte, sappiamo che anche allora non ci tradirà.