Un progetto che avevamo finora ingiustamente ignorato ma ha tutti i numeri per appassionare i gotici ‘duri e puri’ è Byronic Sex & Exile, fondato già da qualche anno dal britannico Joel Heyes. Attivo in passato in altri gruppi come Quasimodo e Action Directe, con Byronic Sex & Exile Heyes ha dichiarato di voler risalire alle origini romantiche del gothic rock e, a nostro avviso, ha raggiunto lo scopo: la sua musica è cupa, introspettiva, e ricca di elementi decadenti; pervasa di una malinconia che appare spesso disperata, occasionalmente, è caratterizzata da una sorprendente solennità – sottolineata dall’onnipresenza del piano – che solo raramente tende alla sovrabbondanza. La voce di Heyes, inoltre, è dotata a sufficienza di carisma e, con le sue tonalità profonde, si rivela particolarmente adatta ad un contesto così tetro. Il nuovo album Cu Foc è uscito di recente ed è dedicato alla storia e cultura dei Carpazi, con molti riferimenti alla letteratura rumena, come il canto popolare Miorița o alcune opere di poeti rumeni. Si comincia con “Many Strange Things” e l’atmosfera è quella di un antico e polveroso castello, nei cui oscuri locali rimbombano inquietanti note di piano. Dura solo poco più di un minuto e si passa poi a “Cu Foc I”, per trovare spettri che si agitano ai cupi suoni della chitarra fra le tonalità ‘acri’ del canto, mentre “Timisoara Eyes” introduce un classico scenario gothic rock, presente anche nella successiva “Your Name On The Wind”, i cui colori tuttavia sono ancor più tenebrosi. Poi,“Nosferatu In Furs” propone, dopo il suono sinistro di misteriosi passi, un decadente paesaggio in stile cabarettistico disegnato, di nuovo, dalle note di un ‘vecchio’ piano e “The Wedding Of The Dead”, cadenzata e lugubre, resta impressa per la sua ‘ficcante’ melodia che si ripete all’infinito; “Miorita” reinterpreta le tradizioni rumene in chiave tormentata e drammatica, su un funebre tessuto elettronico. Sempre al patrimonio culturale della Romania fa riferimento “Luceafărul”, massiccia epopea in tre parti ispirata all’omonima poesia di Eminescu e alla fine “Eternity”, con i versi di Lucian Blaga, conclude all’insegna dell’intensità e del pathos un disco che merita ben più di una possibilità.
Li ho ascoltati su YouTube , sembrano effettivamente molto interessanti, potrebbero prendere il trono, lasciato vacante dagli Angels of liberty, di miglior gruppo new gothic britannico. Mi complimento con Mrs Lovett che presenta spesso gruppi non molto conosciuti ,ma di sicuro valore. Quello che mi lascia però assai perplesso in tante uscite musicali recenti è la tendenza a presentare supporti in cdr, piuttosto che in cd .Inizialmente in gruppi nuovi, tanti anche in ambito dark e gothic, adesso anche in alcune ristampe di gruppi psichedelici inglesi anni ’60. Acquisterei certamente le opere di questo gruppo, ma non vorrei trovarmi tra le mani un cdr (molto meno duraturo e resistente di un cd normale).Più in generale credo siano molto poco considerati, quei pochi che ancora comprano dischi in grande quantità (e mi riferisco anche a certe confezioni digi).
Così come per il primo album, anche “Cu Foc” è un cdr. Ormai tutti i gruppi autoprodotti che hanno la compiacenza di realizzare qualcosa di fisico lo fanno in questo modo. Se 15€ (totali) ti sembrano troppi per un cdr, aspetta un annetto e lo stesso disco lo prendi a 8€ come successo per “Gothism”. Cosa positiva è che non è uno squallido digi che “si gonfia” d’Inverno quando arriva la nebbia…
Ti ringrazio Mr.Moonlight. Purtroppo era quello che temevo, ma la tendenza a realizzare cdr è più frequente nella scena dark/gothic che nelle altre (non mi sono capitati cdr in ambito prog o metal anche acquistando gruppi semisconosciuti, almeno finora…).Ma, soprattutto, è una tendenza del decennio appena trascorso(2010) ; era rara negli anni 2000 (Witching hour ,mi sembra ,e pochi altri) ; quasi inesistente negli anni 90. Peccato, perché negli ultimi anni erano usciti fuori parecchi gruppi interessanti.