La sconfinata galassia “pop” cela tra le sue pieghe frammenti di grande valore che, pur troppo, rischiano di venir confusi tra la massa fluttuante di pulviscolo che non permette una immediata identificazione di merito. E’ il caso dei Moonlit Station, trio che dichiara di frequentare la frangia più “dreamy” di questa cangiante nebulosa (ci si riferisce sempre a “pop” nell’accezione nobile del genere), ma un approfondito ascolto di Daydreams mi induce a non catalogarli tra gli osservanti ortodossi del genere. Certo anch’essi si abbandonano a fluttuazioni beach-houseiane che caratterizzano alcuni episodi, ma l’impronta non è mai così netta. Le voci delicate di Silvia Guerra e di Guido Michielis s’intrecciano su un tappeto strumentale ben articolato, le chitarre degli stessi giocano con gli effetti di Giacomo Carpineti creando piacevoli incastri armonici. Non fanno ricorso all’effetto-singolone (“Where you sleep” però, che bella!), prediligendo una formula semplice ed unitaria, anche se “Another scar” con le sue dinamiche più accentuate si apre ad interessanti sviluppi. Consigliano l’ascolto in cuffia e concordo, Daydreams vi conquisterà, vieppiù, colle sue delicate spire melodiche. Incidono per una etichetta giapponese, guarda tu!