Birmingham, Alabama. Nel limitato spazio temporale di un pugno di settimane, ecco che si ripropone questa cittadina del deep-south. Prima la toccante versione live di “Burning down Birmingham” della cantrice del southern-gothic Hannah Aldridge, ora questo fiero quartetto fronteggiato dalla risoluta Crystal Bigelow, l’ennesima prova che il doom non è più questione riservata ai soli maschietti. Ella condivide il marchio con il fratello Eric, batterista, e con Mark Buchanan (chitarra) ed Alan Light (basso). E’ una brutta vicenda di salute occorsa ad Eric ad aver ispirato il titolo di questa autorevole opera prima, 1823, esordio anticipato da un paio di singoli che potrete reperire sulla loro pagina bandcamp.

 

Il doom del Sud. Alabama, Georgia (alla regia di 1823 c’è Matt Washburn, già all’opera con i Mastodon ed il disco è stato registrato ai Ledbelly Sound Studio di Dawsonville), poi si sale su, le due Caroline, la Virginia fino al Maryland. Un filo nero che lega suono e devozione, il doom più autarchico, ma negli Embr riscontrerete anche tracce di grunge e di quella immane potenza sprigionata dalle opere dei citati Mastedon (e guai a chiamarli redneck!) ed High On Fire, guardando anche allo sludge “fabbricato” in Louisiana, ma solo per definirne i contorni. Ed ai Trouble, essendo ben riconoscibile quell’aura mistica che segnava le opere di Eric Wagner e confratelli.

 

Sette cantiche ferali guidate dalla voce di Crystal, una autorevolezza che in pochi esordi si rivela, pare un manipolo di veterani della C.S..A risoluto a resistere fino alla fine. Ed una cappa di mestizia, di sofferenza e di espiazione (eccoli, i Trouble) alla quale le vicissutùdini di Eric hanno sicuramente influito, ed alle quali il quartetto risponde con la potenza inaudita che solo questa musica, che pare eterna ed inamovibile, sa evocare.  

 L’ombra dei Maestri dell’altra Birmingham, quella inglese, la fucina ove l’heavy metal è stato forgiato, vela 1823, i suoi punti di forza sono però la voce di Crystal, mai la loderemo a sufficienza, amici miei!, ed il senso di fine imminente che richiamano i sette capitoli che ne formano la colonna vertebrale, il suono potente, devastante, le idee ben sviluppate (esemplare a tal proposito “Your burden”). Da “Prurient” che apre la funzione, fino alla conclusiva “Vines”, traccia dilacerata da forsennati vocalizzi virili, si compie l’ennesima liturgia del doom. Della sua Tradizione. 

 Perchè la Tradizione, nel doom, è tutto. 

 

 

Per informazioni: https://embrband.bandcamp.com
Web: https://www.embrrockband.com