Band francese in attività da pochissimo tempo, The Midnight Computers ha pubblicato quest’anno il debut album Anxious. Palesemente influenzati dal sound anni ’80, Jonathann Cast, Pascal Roeder e Alexandre Saintorant hanno coniugato personalità ed esperienze diverse fondendo suoni elettronici e chitarre su linee ritmiche fredde quanto decise: un’evoluzione stimolante del postpunk in chiave moderna estremamente godibile. Il disco contiene nove brani, alcuni davvero di ottimo livello. Apre la title track a spron battuto e si candida a hit per il dancefloor: il ritmo è quello che ci vuole e la melodia entra subito in mente. Subito dopo, “Succubus” ci trasporta in uno scenario ‘futuribile’ in stile electro che punta su sonorità ossessive e dark e questa formula sembra spingere al massimo le potenzialità del gruppo, mentre “Laura” preferisce suoni meno aggressivi comunque collocati in un contesto di grande oscurità; di “Blinding Necessities” si può soltanto dire che è veramente emozionante. La seguente “Disgrace” sperimenta invece modalità martellanti e ‘forsennate’, praticamente perfette per mandare il pubblico in delirio in una esibizione live: l’ascolto della successiva “Murder Pain” – un momento decisamente più pacato benchè un’energica chitarra faccia qui sentire la sua viva presenza – giunge così totalmente inatteso; l’atmosfera ‘goticheggiante’ di “Tears”, sovrastata dal canto carismatico di Cast, francamente sempre all’altezza, attesta quindi l’ispirazione eclettica dei nostri. Infine, il travolgente, fosco vigore di “Our Most Beautiful Lies” e della conclusiva “Sportsmen” chiude un lavoro di buona fattura, che ci promette rosee prospettive.
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