Il combo anglo-australiano Linea Aspera è uno di quei casi curiosi per cui una band apparsa praticamente come una meteora diventa di culto nonostante una produzione davvero povera, lasciando poi un certo numero di fan in trepida attesa del suo ritorno. Così mentre l’anno scorso la Dark Entries pubblicava Preservation Bias, raccolta di materiale ormai introvabile, ecco che i due – Ryan Ambridge e Alison Lewis – si preparavano a riemergere, finalmente, con nuova musica. Il secondo lavoro si chiama LP II, è da poco uscito in autoproduzione e, come spesso accade quando le aspettative sono alte, ha lasciato la pletora degli ammiratori piuttosto perplessa. Le otto tracce dell’album, infatti, non sono, alla fine, che brani darkwave infarciti di sonorità ‘80, generalmente di buona fattura e piacevoli all’ascolto ma, considerato il tempo trascorso e l’evoluzione vissuta da questo come da altri generi, possiamo dire che in giro si è sentito anche di meglio. Peccato, perchè la vocalist Lewis, oltre che dotata di qualità notevoli e di carisma, è artista ricca di interessi in molti campi e impegnata, come il partner Ryan Ambridge, in altri progetti musicali di pregio. LP II comincia con “Solar Flare” e la sua melodia ‘sintetica’ accattivante quanto cupa, adeguata alla sfumatura drammatica delle liriche: il brano è decisamente uno dei più riusciti e la voce di Lewis in ottima forma. A seguire “Redshift” è ancora un episodio emblematico, dark quanto basta, ma ‘illuminato’ da ‘fulgide’ note di synth che fanno invidia ai Simple Minds dei tempi d’oro, mentre da “Equilibrium” in poi osserviamo una serie di sortite molto pop dai ritmi molto ballabili, non certo disonorevoli, viste anche le buone prestazioni della vocalist, ma magari non imprescindibili: parliamo, per esempio, di “Entropy” o “Event Horizon”. Tuttavia non bisogna trascurare la bella melodia di “Entanglement” che accompagna un’interpretazione davvero ispirata o il pathos intenso della conclusiva “Wave Function Collapse”, minimale e suggestiva, oltre che impreziosita dalla sentita partecipazione di Lewis: rimane il fatto che, tutto sommato, da LP II ci aspettavamo francamente di più.