“Mago, poeta, spia, Rasputin inglese, Gran Sacerdote della magia nera, Aleister Crowley è stato accusato di tutto ciò e di ben altro ancora”.

Così nel 1931 la stampa francese presentava Aleister Crowley (19875-1947) nel suo paese. Indubbiamente siamo in presenza di un personaggio sopra le righe: aggiungeremo a questa definizione che Crowley è stato anche bisessuale, pittore e alpinista. Crowley è entrato nell’immaginario “popolare” grazie ai Beatles che lo hanno sdoganato immortalando il suo volto sulla copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. La sua figura è diventata, col passare del tempo, un vero e proprio oggetto di culto all’interno della musica rock. Idolatrato dal chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page, la sua religione di Thelema ha poi influenzato pesantemente il cosiddetto filone dell’industrial esoterico rappresentato dai Current 93 e dai Coil. Lo stesso nome del gruppo Current 93 di David Tibet deriva dai rituali di magia sessuale “crowleyani” (“The 93rd Current” è la definizione della religione Thelema). I Death in June, il celebre gruppo neo-folk di Douglas P. lo hanno spesso preso come punto di riferimento, in particolare nel brano “Rule Again” (dal disco The World That Summer) dove viene citata la sua celebre massima “Love is the law, Love under will”. Membro fra i più influenti della Golden Dawn, la celeberrima società segreta iniziatica, Crowley si stabilì nel 1920 in Sicilia a Cefalù dove fondò una comunità sconvolgendo “il popolino” con i suoi rituali blasfemi per venire infine espulso dall’Italia da Benito Mussolini. Si autodefiniva “La Bestia 666” ed è stato fonte di ispirazione per il satanismo.

Crowley scrisse anche numerosi testi di magia alcuni dei quali sono oggi venerati come delle vere e proprie bibbie. In particolare andrebbero ricordati The Book Of The Law e Magick. Stranamente c’è un suo libro che non viene mai citato ovvero Bagh-i-muattar. Profumi dal giardino di Abdullah che viene ora pubblicato dalle Edizioni Mediterranee. Si tratta di un testo maledetto che ha avuto una vicenda editoriale burrascosa. L’edizione originale venne stampata a Parigi, in forma clandestina, nel 1910 in un’edizione strettamente limitata a 200 copie. Crowley per l’occasione usò il nome di uno scrittore persiano mai esistito ovvero Abdullah El Haji, in arte “Abdullah il verseggiatore”. Il libro venne colpito dalla maglie della censura per le tematiche scandalose trattate. In effetti il “Bagh-i-muattar”, un misto di prosa e poesia, è piuttosto esplicito e blasfemo nel delineare un amore sodomitico molto spinto con riferimenti a pratiche sadomasochistiche e scatologiche. L’oggetto del desiderio di Crowley è un giovanetto di 15 anni di nome Habib, in realtà una figura mai esistita che mascherava il suo amore per Herbert Charles Pollitt (1871-1942), medico mancato e attore di personaggi femminili. Per completare il quadro non mancano l’elogio della pederastia, le prese di posizione contro la donna (“Nessuna donna è una compagnia adatta per un uomo: costei lo abbrutisce necessariamente”) e contro la religione islamica. Non bisogna pensare però che manchi l’esoterismo: anzi i rapporti con il ragazzino sono la chiave per accedere alla magia sessuale.

Bagh-i-muattar in definitiva è un tassello essenziale per capire l’universo di Aleister Crowley e penso che tutti gli appassionati del celebre mago dovrebbero procurarselo. Il volume è a cura di Vittorio Fincati ed è disponibile sul sito delle Edizioni Mediterranee al seguente link: https://www.edizionimediterranee.net/.