Come gli Asgard con “Esoteric poem” si cimentarono in un unico brano dalla durata estesa, gli Shores of Null danno alle stampe una lunga sinfonia black/doom. Si sfiorano i quaranta minuti di durata, ma l’attenzione dell’uditore viene tenuta desta, in bilico su un filo d’acciaio ben teso che taglia in due l’anima ed il cuore, lasciandoli infine sanguinare sul marmo grigio e levigato che sigilla l’avello; l’aver ben definito l’obiettivo è una virtù che va riconosciuta al complesso romano, ed il risultato finale è sicuramente soddisfacente. 

 Non si pecca d’enfasi definendo Beyond the shores “il” manifesto degli Shores of Null. L’opera allunga i suoi tentacoli sonori tra rallentamenti e ferali accelerazioni, aprendosi a tratti a squarci di lirico intimismo. L’interpretazione di Davide Straccione incide con il suo timbro peculiare, declamatorio e moderno ed i suoi colleghi non sono da meno, la litania funebre gode inoltre del supporto di un manipolo di ospiti illustri citando i quali, e nominandoli tutti, si rischierebbe d’appannare il ruolo fondamentale dei principali facitori. Bastino nomi (dei gruppi che li vedono coinvolti) quali Swallow The Sun, SaturnuS ed INNO; ho scoperto anche troppo le carte, a voi Amici approfondire. 

 Beyond the shores scuote con chitarre dolenti ma virili, rafforza le linee contando su una sezione ritmica solenne, incorpora elementi classici e si mostra deferente nei confronti dei canoni consolidati del genere, in questo rappresentando la sua forma più autarchica. Essi sono i prosecutori, i più genuini epigoni, va loro riconosciuto.  

 Beyond the shore, come sottolinea il titolo completo (on death and dying), è ispirato alla ricerca della psichiatra svizzero/americana Elisabeth Kübler-Ross giunta alla formulazione della teoria delle cinque fasi del lutto. E cinque sezioni, seppur perfettamente armonizzate, possono essere distinte, concentrandosi sullo svolgimento del brano (il senso del distacco evocato dal finale, che s’aggancia con il principio dell’opera, dando alla stessa una forma circolare…).  

 Solo per cultori? Sicuramente, ma è giusto così. 

Personale: 

Davide Straccione – Vocals
Gabriele Giaccari – Guitars
Raffaele Colace – Guitars
Matteo Capozucca – Bass
Emiliano Cantiano – Drums