Questi quattro sbarbati di Sidney ridanno fede alle speranze (perdute) di chi ancora crede fermamente nel glam-rock. Quattro pezzi (più due bonus) che beneficiano del sostegno di nonno Alice Cooper, non l’unica delle influenze degli australiani, sovente anche troppo ossequiosi nei confronti dei modelli dichiarati. “Taking down the brutes” veste il rock’n’roll detroitiano di lustrini e boa di struzzo, “Long way home”, già nota come singolo che di fatto ha segnato il primo passo degli Starcrazy, è una canzone esemplare di uno stile che incorpora deliziose armonie a la Suede; meno lascivi degli Starcrawler e “more rock” dei Beechwood, con “Not the only one” ricuperano il “grande rock” dei Cult di “Sonic temple” e, credetemi, se lo ascoltassero Duffy ed Astbury, ne sarebbero fieri. Non inventano nulla? Riciclano materia già utilizzata (l’elenco comprende anche Janes Addiction, il power pop/rock aussie, i Cheap Trick) da altri, ma lo fanno bene. Eppoi, Cristo!, è solo rock’n’roll!
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