Che i Nomotion avessero lasciato intravedere, nelle opere precedenti alla presente, i semi di una maturità compositiva ormai prossima al conseguimento, era sensazione che l’apripista “Something out there” confermò senza lasciar ombre di dubbio dietro il suo passaggio.
Abide consta di cinque brani, ed è introdotto dalla dolente “Blooming and dooming”, la quale s’allunga pigra come le prime tenebre preannunzianti l’imminente, ennesima notte d’insonnia e di rimorsi. Ecco che emerge la coesione del complesso, esprimente finalmente un suono potente e netto, immaginifico, giovandosi dell’attenta produzione di Ale Sportelli. Ovviando al vulnus che inficia la riuscita di tante, troppe pubblicazioni attuali. La citata “Something…” si appropria di quella “classicità” south/goth che è propria dei Nomotion, con la voce che si leva sugli strumenti che paiono rincorrersi, con la batteria che incede decisa, la chitarra che irrompe, il basso che guida ed un piano che lega il tutto. Corale.
Eppoi proprio al centro si colloca “Out of the blue”, episodio che potrebbe, nell’incipit, far gridare allo scandalo qualche sciagurato che vede nella melodia l’origine di ogni male. E commetterebbe errore fatale. Una canzone magnifica, intensa, che cresce poco a poco, rivelando un’anima ben più gagliarda di quanto anticipato. Ancora una volta il quintetto si muove all’unisono, architettando l’elegìa perfetta, irrorata d’una drammaticità epica che si getta letteralmente nel finale maestoso sorretto dal coro. Come se Bryan Ferry avesse invitato Mick Ronson a suonare su un paio di pezzi di “Out of mind”…
“Contradiction” ci riporta ove “Something…” ci aveva abbandonati, a quello stile che i Nomotion hanno assimilato e fatto definitivamente proprio, precedendo la magnifica, notturna “Elizabeth” che chiude degnamente Abide ospitando la voce decisa di Bronte Shande e che assume le vesti di una sobria ballata.
Sommando “solo” cinque canzoni, potrebbe venir catalogato come episodio interlocutorio, ma Signori miei, oggidì chi ascolta con attenzione un album intiero? No, Abide è una collezione perfetta che avvince l’ascoltatore, anche quello più distratto; malìa crepuscolare.
Jonny Bergmanm voce e chitarra acustica
Lorenzo Della Rovere, batteria e chitarra
Andrea De Colle, piano, hammond, sintetizzatori
Alessio De Colle, basso
Eros Piano, chitarra elettrica
Rob Coffinshaker, voce su “Something out there”
Bronte Shande, voce su “Elizabeth”