Massimo Mascheroni è conosciuto dai seguaci della musica post industriale italiana principalmente per il suo progetto ODRZ. Ora ha dato origine, con Enrico Ponzoni, al SOKUSHINBUTSU PROJECT, un’enigmatica sigla che fa riferimento ad un rituale religioso buddista praticato dal XII° sec. fino ai primi anni del ‘900 dai monaci giapponesi. Si trattava di un rituale estremo in quanto chi vi si sottoponeva andava incontro alla morte e cercava, attraverso un complesso procedimento, di automummificare il suo corpo. L’album esce in formato cassetta e in CDr in jewel case. È, a tutti gli effetti, un concept che, lungo le sue 4 tracce, segue il percorso ascetico dei monaci attraverso 4 fasi. Si tratta di un lavoro particolare che cerca, attraverso l’utilizzo di sintetizzatori, campionatori, voci e nastri magnetici, di ricreare l’atmosfera di questo antico rituale. Non è un disco di facile ascolto: occorre una certa predisposizione mentale per immedesimarsi nel rituale evocato dalle sonorità sperimentali. La prima traccia “Holy Mountains” descrive l’inizio del rituale del monaco che si reca sulle Montagne Sacre del Dewasanzan. Le ambientazioni sono minimali e circolari e possono ricordare alcune sperimentazioni esoteric-industrial. La successiva “Tre-Eating” mostra la seconda fase in cui il monaco incomincia letteralmente a mangiare gli alberi (corteccia, castagne, ghiande, aghi di pino): le atmosfere sono inizialmente pacate per poi diventare, nella seconda parte, particolarmente abrasive e noise. “Deep Meditation”, come suggerisce il titolo, è molto meditativa (anche se non priva di una certa vena macabra) ed è introdotta da una campanella fatta risuonare dal monaco, rinchiuso nel tempio in una cripta sotterranea, per raggiungere infine la morte e la mummificazione del corpo. La chiusura è affidata a “Self Mummification”: in quest’ultima fase i discepoli, dopo 1000 giorni, aprono la cripta per vedere se il corpo è mummificato. Se il corpo ha effettivamente raggiunto questo stato allora viene esposto e venerato come una reliquia in quanto l’asceta ha raggiunto l’illuminazione ed è diventato un “sokushinbutsu”. La musica mantiene una tensione sotterranea deflagrando progressivamente con sonorità noise raggiungendo, nel finale, una sorta di estasi mistica. Per cultori del post-industriale e per menti aperte. Disponibile sul sito della Industrial Ölocaust Recordings al seguente link: https://cardinium.com/product/ior-tk-xviii/?fbclid=IwAR3GCwqKfH_aY7xKn_38_sNAirKCr53jY9-kJHsZevykX2uuTIRHWkIvF44.