Nick Cave ha pubblicato di recente B-Sides & Rarities Part II, raccolta di b-sides e versioni ‘secondarie’ di suoi brani che non hanno trovato posto sui dischi ufficiali, un lavoro che sembra più che altro destinato a collezionisti e fan irriducibili, come fu il caso dell’analoga compilation uscita nel 2005 – intitolata, non a caso, B-Sides & Rarities Part I – con b-sides e rarità risalenti agli anni dal 1984 al 2005. Nulla di sorprendente nemmeno stavolta, dunque, pochissimi i brani davvero inediti e non tutte le tracce realmente necessarie, anche se, presa nel suo insieme, l’opera rappresenta un’ulteriore opportunità per gli ammiratori di Cave di conoscere la personalità di un artista, per così dire, attraverso le sue preferenze e di soddisfare il desiderio di sapere tutto, anche quello che in origine non era stato reso pubblico. Individuati da Warren Ellis, i pezzi di B-Sides & Rarities Part II spaziano dal 2006 al 2019, un periodo che segna l’inizio della decadenza, secondo alcuni ‘puristi’, mentre per i tanti ‘affezionati’ fanno parte di quegli anni molti capolavori che possiamo qui ascoltare in una forma alternativa, ritenuta, per qualche ragione, non all’altezza degli standard della band. Come si accennava, tuttavia, delle 27 tracce selezionate, alcune non apportano variazioni di rilievo alle versioni già note; altre, invece, testimoniano di un mood radicalmente cambiato che si riflette nelle scelte di stile tipiche del Cave di oggi. Non è facile segnalare i brani che meritano maggiore attenzione, anche perché, ovviamente, è il gusto personale a prevalere. Uno è comunque nel primo disco: “Vortex” è un inedito scritto e registrato nel 2006 da Nick Cave, Warren Ellis, Martyn Casey e Jim Sclavunos, una toccante ballata dalle sonorità vigorose con una chitarra notevole. Poi “Avalanche” di Leonard Cohen compare qui in veste completamente diversa da quella a noi nota fin dagli anni ’80, mentre la lirica “Free to Walk”, eseguita con Debbie Harry, risale a un album del 2009, We Are Only Riders: The Jeffrey Lee Pierce Sessions Project, che rappresentava un tributo al compianto Jeffrey Lee Pierce (The Gun Club); non si può, inoltre, ignorare “Push the Sky Away” in versione live con la Melbourne Simphony Orchestra, che lascia letteralmente senza fiato. Per il secondo disco il riferimento è la produzione più recente dei Bad Seeds e infatti vi troviamo, per esempio, le originarie “Skeleton Tree”, “Girl in Amber” e “Bright Horses” ma anche “Euthanasia”, di cui si conosce solo la versione dal vivo di Idiot Prayer, oppure delle vere sorprese come “King Sized Nick Cave Blues” e “Life Per Se” che rientrano nel filone dello spleen più depresso: tutti pezzi che forse nessuno avrebbe mai scartato. La conclusione è poi lasciata a “Earthlings”, un inedito delle sessioni del 2018/2019 prima dell’uscita di Ghosteen, che chiude la raccolta con pathos a dir poco indescrivibile. Segnaliamo che di B-Sides & Rarities Part I and Part II esiste un Box Set in edizione limitata di 7 Vinili che include 83 brani e un libretto di materiale esclusivo.
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