Una costante evoluzione maturata in tre lustri di attività (considerando l’esodio autoprodotto “Hymn” del 2007 come punto d’origine), ed un approdo ad una concezione ampia di black metal, con la componente mediterranea ad essere sempre ben presente e che, come si può intuire dal titolo scelto per identificare l’opera, Koinè, determina l’appropriazione di un linguaggio più ampio. Parti più aggressive e chiaramente assoggettate alla tradizione black lasciano spazio ad imponenti aperture sinfoniche che abbracciano una visione più ampia, cinematografica. Il ricorso a voci muliebri rende il disco ancor più vario nell’esposizione, si possono riscontrare ambienti sonori ove la spiritualità innata dei Dead Can Dance è ben più che semplice fonte d’ispirazione. E sopra tutto, emerge netta la personalità e la determinazione di colui che è il creatore di Lord Agheros, un Artista che evidentemente non si cura di mode e di pose. Disco di arcana ed incontaminata bellezza.
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