Ambasce è il progetto del toscano Alberto Picchi che forse qualcuno conosce per essere stato un membro fondatore di VipCancro, nome non sconosciuto nei circuiti della della musica sperimentale e di ricerca. Il suo lavoro parte da presupposti concettuali ed è ispirato dalla teoria dell’unità degli opposti applicata in un contesto sonoro seguendo le dicotomie fra digitale ed analogico, fra vuoto e pieno e fra improvvisazione e organizzazione. Ora la Dissipatio pubblica Isola Santa, il suo quarto lavoro. Il titolo rimanda ad un luogo allo stesso tempo reale e irreale e molto astratto in cui l’artista gioca sempre, come fatto notare, sul concetto del dualismo. In questo caso quello fra natura e artificio. Date queste premesse ammetto di essermi messo all’ascolto di “Isola Santa” con un po’ di scetticismo. Troppo spesso, nella cosiddetta musica di avanguardia, èl’idea ad avere il sopravvento sulla forma. Ne consegue che il pubblico finisce, in qualche caso, con il rimanere spiazzato e non comprende o trova troppo ostica la musica. Tuttavia stiamo in ogni caso parlando di un prodotto che si rivolge a uno zoccolo durissimo di appassionati che comunque esistono e che apprezzano questa musica. Certo non si tratta di un ascolto facile: a tratti la musica diventa ruvida, astratta e angosciosa. Si ha la sensazione, durante l’ascolto, della presenza di una tensione sotterranea che percorre la materia sonora e che, in qualche momento di luce, riesce a stemperarsi. Le ambientazioni sono estremamente minimali e ipnotiche. L’ascolto richiede una certa concentrazione ma alla fine il risultato è soddisfacente e il rischio di essere di fronte ad un prodotto senz’anima viene evitato. Disponbile su Bandcamp: https://dissipatio.bandcamp.com/album/isola-santa.
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