Andando a ritroso nel tempo, e risalendo fino a “Gen Nero” di tre anni or sono, non dovremmo stupirci dell’eccezionale valore reclamato da Moongazer. I Tenebra sono uno dei nomi di punta del dark/hard/rock europeo, efficaci ed intraprendenti interpreti di un suono che è vera e propria attitudine naturalmente orientata alla potenza inaudita, ma concediamoci ancora il piacere della scoperta, dell’approfondimento, di poter apprezzare l’ennesimo disco solido, potente ripeto ma intelligentemente disancorato da una espressività univoca. Già l’ep “What we do is sacred”, ove riesumavano il cadavere dei Jerusalem e che inaugurava la collaborazione con NHS, peso massimo del settore, aveva apertamente dichiarato che i quattro bolognesi erano pronti al successivo passo, e “Cracked path” che in Moongazer è issato al posto numero due in scaletta, domina il caos primordiale dal quale pare essersi generato con l’autorevolezza del veterano. “Black lace” s’insinua negli interstizi d’una nebulosa in perenne mutamento, una massa oscura che incute terrore ancestrale, ed ancora l’inquieta ed inquietante “Space child” ci investe di detriti cosmici rilasciati dai VDGGenerator, un soffio gelido spinto dal sax di Giorgio Trombino. La voce di Silvia, giovane che non mostra la suggezione dell’età, è aspra, spigolosa, non concede nulla a gorgheggi vezzosi od al salmodiare da vestale che costituiscono il bagaglio di tante colleghe più esperte, l’urlo iroso di “Heavy load”, infernale giga sabbathiana è lì per dimostrarlo,  Moongazer è dedizione totale al rock viscerale, al blues dannato, attuata con un rispetto ed una competenza che paiono appartenere a tempi ahinoi lontani. “Winds of change” s’irrobustisce nella porzione finale, per poi tornare alla forma di fiera ballata, “Carry my load” detta i ritmi di una marcia ferale; un’espressività marcata nella quale s’immergono totalmente, quasi fisicamente, ed il risultato viene consolidato in nove cantiche immense, l’ultima delle quali, “Moon Maiden”, ospite alla chitarra Gary Lee Conner (Screaming Trees), rotola su una distesa di pietre che ammaccano lasciandoci storditi dal dolore. Moongazer evoca antichi Spiriti richiamati da una forza primordiale che lascia fuoriuscire con tutta la gagliardia della quale è dotatissimo. Quello che Essi fanno è sacro.