Fin dai loro esordi, gli Albireon hanno scelto di percorrere una strada perigliosissima, ma Davide Borghi, Carlo Baja Guarienti e Stefano Romagnoli sono anime forti, ed affrontano ogni loro impresa con indomito spirito. Centrale della loro proposta è il fine, rendere l’ascoltatore partecipe, se necessario ridestare coscienze assopite. Ecco perché ogni singolo passo che essi compiono va fatto oggetto della massima attenzione.  

Lo split condiviso con Zeresh sprofondava in abissi di desolazione (interiore) dai quali sono emersi integri, ricorrendo all’Etica, del lavoro, dell’Arte. Una disciplina interiore che pochi possono legittimamente vantare, non divisa lacera da gettare tra gli sterpi quando ad ogni mutar vento, che ha trovato di che alimentarsi in tutti questi anni ove il collettivo (perché di tale trattasi) ha applicato una regola fondamentale, prima fra tutte: l’Integrità. Non barattabile, non trattabile. Non è, non può essere oggetto di mercimonio, e noi tutti lo sappiamo.  

A quattro anni torna A mirror for ashen ghosts con una nuova parte forse inaspettata, ma che gli Autori evidentemente avevano già considerato da tempo, verificando con lo scorrere dei tredici episodi che la compongono la loro solidità. Composizione ed esecuzione funzionali ad altrettante vicende sovente amarissime, anche tratte da pagine di cronaca dolorose, ormai dimenticata, superata da eventi che si sono succeduti depositando strati di cenere sulla memoria collettiva. Scelte precise ed assolutamente personali, che noi in quanto fruitori dobbiamo accettare, e rispettare, come invito a soffermarsi vieppiù, e sviluppate ricorrendo ad un suono prosciugato fino ai limiti estremi. La pelle di queste cantiche è talmente sottile che lascia trasparire tendini ed ossa, ma è un corpo assai resistente. Tenace, come tenaci sono questi tre Artisti. Appartenenti ad un Tempo che non è collocato in una dimensione irreale, bensì è (forse pur troppo), il nostro. 

 

Edizione limitata a cento copie, CD digifile, booklet di otto pagine.