Il passato musicale del chitarrista Richard B. Lewis lo ha visto protagonista nella scena punk-rock. Nel 2016 iniziato da solo ad esplorare generi come folk, ambient e psichedeliche. In realtà già il precedente lavoro Introspect del 2020 era all’insegna di una musica dark-ambient estremamente isolazionista. Il nuovo album Blue Horizon, il suo terzo lavoro appena pubblicato dalla Silentes, rappresenta un ulteriore evoluzione del suo percorso artistico verso la ricerca di un’estetica cupa che ben si addice al periodo oscuro attuale del nostro pianeta. Le ambientazioni drone-ambient sono ora pacate (ma sempre sottese da una tensione che si avverte vividamente) ora più concitate grazie alle potenti sonorità della chitarra elettrica. Si tratta di una sorta di viaggio all’interno dei meandri più nascosti e malati della nostra mente. Rispetto a molta musica dark-ambient le atmosfere sono spesso nervose e nevrotiche e ci trasportano in un universo dominato da un cielo cupo e grigio che avvolge il nostro spirito come una cappa oppressiva. Ho trovato qualche affinità con alcune soluzioni sonore sviluppate di recente da Gianluca Becuzzi. In ogni caso questo è un disco che, a mio avviso, ci mostra un artista che sta facendo della ricerca senza compromessi, una ricerca che lo sta portando verso territori musicali inediti. Il suono liquido, immobile e bizzarro di Blue Horizon è la dimostrazione del suo eclettismo. Se avete seguito con interesse gli sviluppi ci certa musica post industriale italiana qui troverete pane per i vostri denti. Disponibile su Bandcamp: https://richardblewis.bandcamp.com/album/blue-horizon.
Lascia un commento