L’Axis Mundi (“asse del mondo”) è un termine che indica l’asse dell’universo presente in differenti religioni. La materia è stata trattata in maniera approfondita dal grande storico delle religioni, filosofo, esoterista, saggista e accademico rumeno Mircea Eliade. Sono diversi i simboli che posseggono la funzione di Axis Mundi, ovvero la funzione di collegare Cielo, Terra e Inferi. Fra questi ci sono gli alberi cosmici di cui Eliade ha parlato in questa maniera:

«Nei miti e nelle leggende sull’Albero della Vita abbiamo spesso trovato implicita l’idea che esso si trova nel centro dell’Universo e collega Cielo, Terra e Inferno. Questo dettaglio di topografia mitica ha valore particolarissimo nelle credenze dei popoli nordici, sia altaici che germanici e centro-asiatici, ma la sua origine è probabilmente orientale (mesopotamica).»

E troviamo proprio quello che potrebbe essere un albero cosmico raffigurato sulla copertina di Axis Mundi, il nuovo album di Gianluca Becuzzi, uno dei musicisti più importanti della scena sperimentale italiana.

Fin dalla prima traccia “Nostalgie des Origines” (il coro iniziale di una chiesa Ortodossa mi ha ricordato i Popol Vuh di Nosferatu) siamo immersi in una dimensione sacrale potente e ieratica. Poi le sonorità sferzanti della chitarra di Becuzzi descrivono un’atmosfera apocalittica e quasi infernale da fine del mondo. Anche i primi Current 93, seppur in maniera diversa, riuscivano a creare una tensione simile. La successiva “Sacred Book Of Our Days” sembra percorsa da una corrente sotterranea pronta ad esplodere. A circa metà del brano possiamo ascoltare la preghiera accorata dei monaci che ci riconciliano con quella scheggia di sacro che ancora esiste nell’uomo. Mano a mano che l’ascolto procede la musica diventa sempre più intensa come in “Altar Of Fire”, in cui una voce recita una litania oscura. “Man And Secularization” inizia in maniera pacata ma poi la musica sale verso altezze inquietanti. La lunga “Mistagogigal Liturgy” (circa 20 minuti) prosegue con ambientazioni sepolcrali e parareligiose con i cori dei monaci che sono inquietanti e cupi. Il finale è quieto e meditativo con i cori ancora protagonisti. “Numina [Part II] chiude in maniera mistica questo viaggio alla ricerca dell’eternità.

Becuzzi in Axis Mundi non fa riferimento a nessuna tradizione religiosa particolare ma riesce a cogliere, attraverso la sua arte, quel senso del sacro che ancora esiste nella nostra realtà. Il sacro è oggi visto da qualcuno come un baluardo contro la degenerescenza e la secolarizzazione del mondo moderno. In definitiva siamo di fronte ad un grande album in cui credo che Gianluca Becuzzi si sia superato. Disponibile su Bandcamp: https://gianlucabecuzzi.bandcamp.com/album/axis-mundi-2.