A distanza di circa due anni dalla compilation Unspoken, esce il nuovo lavoro della band pugliese, diventata per molti aspetti uno dei riferimenti della nostra scena, anche per le molteplici attività di Valerio Rivieccio, presente fra l’altro nel progetto industrial Kurs. City of Smothered Ambitions è un album impegnativo, sia musicalmente che sul piano dei contenuti: vi si ritrovano, infatti, riflessioni importanti sulle relazioni fra l’uomo e l’ambiente che lo circonda mentre gli arrangiamenti divengono più ricchi e variegati, pur mantenendo l’ispirazione darkwave e una ‘temperatura’ decisamente fredda. Come, del resto, si era già notato nel precedente disco in studio, Deep Detachment, emerge qua e là, ancora una volta, una vena ‘potente’, fatta di ritmi ossessivi a tinte ‘industriali’, per esempio proprio nell’opener “A Short Story” ove, nel più oscuro e gelido dei contesti, prendono vita ‘rumorismi’ inattesi che ben si addicono alle tonalità stranianti del canto. Nel secondo bellissimo brano, “Dreamlike”, la stessa vena produce sonorità impetuose scandite da una ritmica sferzante, mentre “Dreamt You Were Dead”, definita da una pregevole tessitura elettronica, si concede un’incursione sul dancefloor ma sempre di livello notevole; in “All the Endless Things” affiora un grande basso a ‘marcare’ uno scenario darkwave più malinconico che cupo, grazie anche alla chitarra che racconta storie di spleen e introspezione. Poi, bypassate le tetre visioni darkwave di “Secret Sharer”, “Julian” regala un basso palpitante, una chitarra pregnante e un canto grave e intenso, stavolta a cura di Valerio Rivieccio e “Sweets to the Sweet” ammorbidisce ulteriormente i toni – il synth fa meraviglie! – conservando la ritmica martellante, per creare così un’armonia tutta particolare. Infine, il breve opprimente intermezzo strumentale “These Tied Levels” e la super-dark “Out in the Atmosphere” – quest’ultima con note vagamente apocalittiche che sembrano alludere a orizzonti vasti quanto oscuri – concludono degnamente un album che segnaliamo più che volentieri.
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