Quinto lavoro per il progetto portoghese IAMTHESHADOW, riconosciuto ormai quale riferimento per la scena che ci interessa: The Wide Starlight è, infatti, l’album di un artista maturo, consapevole delle proprie possibilità e in grado di gestirle abilmente e le sue dodici tracce regalano un ascolto piacevole e valido oltre che un intrigante viaggio attraverso paesaggi caliginosi. L’opener “Remains” offre subito un assaggio dell’oscurità che pervade tutto il disco, con il basso che ne rappresenta il bilanciamento perfetto e la voce, profonda ma carezzevole, che fornisce al brano la giusta dose di pathos. La seguente title track, tipicamente all’insegna del romanticismo, rivela un debito verso i Cure, dei quali sembra voler ampliare le prospettive in direzione di spazi aperti e onirici, come del resto si percepisce anche dal video ufficiale, popolato di immagini sfumate e, soprattutto, di sciami di stelle. Troviamo, quindi, “Even the Air is a Ruin”, dove l’atmosfera si schiarisce per far posto a una malinconia seducente, mentre di “Remind Me”, uno degli episodi più belli, vanno segnalati nuovamente lo splendido basso e il canto di Pedro Code, che rende toccante una melodia già struggente di suo; poco più avanti, “Unfold” è momento dark per eccellenza, dove, insieme al basso, ad attirare l’attenzione c’è una tormentata chitarra squisitamente wave e il vocalist è davvero in grande spolvero. Poi, “IamtheDark”, che si fregia dell’ottimo contributo di Kristien Cools, voce della band belga Splendidula, opta definitivamente per un contesto cupo e angoscioso e “Stand Still” si allinea sulla medesima formula attingendo anche dal synth suoni decisamente foschi; in “Catching Fire” il ritmo si fa più incalzante e idoneo al dancefloor. Delle restanti tracce vogliamo menzionare in particolare la conclusiva “If All is Loss”, in cui basso e voce fanno ancora una volta miracoli e la malinconia monopolizza lo scenario evocando nostalgiche visioni.
Lascia un commento