Ed eccoci alla nuova puntata della disfida Beechwood vs. Starcrawler, riedizione della contesa infinita tra Costa Est e Costa Ovest. 

È così, amici lettori, me la sono creata ad arte, all’infuori del petulante anziano che si firma, a chi importa? Comunque vada, sarà un pareggio. 

Però gli Starcrawler hanno dato seguito a “Devour you”, a sua volta sequel dell’omonimo debutto del 2017. E sono trascorsi cinque anni da quel primo passo, in termini discografici quasi un’eternità (per essere precisini, “Devour you” riportava la data del 2019).  

Ora alla sempre più glamour-comitiva si è aggiunto un quinto componente, Bill Cash che è il fratello di Henri, ed entrambi si occupano di grattuggiare le chitarre, con Timothy Franco saldo al basso e Seth Carolina alla batteria. E l’inamovibile Arrow DeWilde (che nella fotografica di copertina assume un ghigno imbarazzante, sembra un maschiaccio, e ricorda vagamente… a voi chi? Scrivetemelo che lanciamo un contest!) che, of course, canta, urla, si abbandona al sentimento. Predomina il rosa, abiti impeccabili, eppoi credetemi, hanno fatto buona scorta di mestiere. E She said che, se all’attacco di “Roadkill” e della title-track più di tanto non mi impressionò, da “Stranded” (che centri il fascino-Roxy Music? No, ve lo giuro!) in poi me ne sono innamorato. Tanto da ricredermi tosto pure in merito alle due altre citate. Dieci brani per trentaeunominuti netti, fra citazioni (anche manifeste) sparse qua e là, umori Go Go’s/Bangles, ganci melodici perfetti, produzione che attribuisce al disco intiero un potenziale radiofonico devastante.  Attitudine, immagine, sostanza. Sbrigatevi!