I Cavalieri Neri del garage/goth. 

Nocturna è un magnifico disco di gothic rock. Interpretato assecondando una visione precisa, quella di Andrew Pozzy e dei suoi compagni. Un suono che attinge sì dal loro passato, e non potrebbe essere altrimenti (nel corso della serata hanno proposto quattro episodi, due da “II” del 2013 ed altrettante da “Grave”, a.D. 2016), ma da questo si scosta intraprendendo una nuova, ben precisa direzione. Un’opera maestosa, un galoppo funereo che ci conduce ai rugginosi cancelli dell’Inferno, varcati i quali non v’è ritorno. Che sia dolore fisico o strazio dell’anima, fianco a fianco, il cammino della sofferenza si compie assieme. E’ la concezione stessa, il sacramento del goth rock, quello epico, maestoso, crepuscolare al quale i The Sisters of Mercy hanno dato origine (e forma primigenia) e che i Fields of the Nephilim hanno elaborato fino a portarlo alla perfezione. The Sade non s’accodano alla nutrita schiera degli esausti epigoni. Essi l’accolgono e s’elevano da essa con orgoglio, e Nocturna legittima quest’atto che qualcuno potrebbe tacciare di superbia. Ma è meglio una vita di peccati, questi almeno, che una di continenza, spero che chi mi legge condivida. 

Le canzoni, dobbiamo ritornare doverosamente ad esse, al cuore scurissimo di Nocturna. Dal vivo la loro forza, il loro impeto necessiterebbe di un sostegno, sopra tutto negli episodi più articolati, anche se la compattezza della sezione ritmica ha fornito un supporto costante al cantante/chitarrista, elevando un muro sonoro impressionate. Batteria dinamica e travolgente, basso scandito che a volte pare scavare nel fondo delle tue viscere, la chitarra che affonda, ferisce, corre via veloce (“Sinner”, “No mercy”), ovvero s’indurisce e si concede all’autocelebrazione (“Long live death”). Eppoi quelle odi crepuscolari come “Flatline” che paiono concedersi ad un futuro ove la tenebra lascia penetrare tra i suoi velari la parvenza di una flebile luce. 

Sobri, essenziali, nessuna concezione alla frivolezza. Questo è il gothic rock. Austero fino all’intransigenza. La Morte che lascia scivolare il suo drappo logoro sui miseri resti che attendono solo che una mano pietosa li consegni alla Terra. Prima o poi la Notte terminerà. A tratti parrà che i tormenti avranno infine ragione. Ma dobbiamo resistere. Terminerà. Tutto finisce.  

 

 

Peccato per il suono che non ha reso giustizia a queste magnifiche canzoni, non inficiando il loro valore, tantomeno l’impegno profuso dagli organizzatori e dall’etichetta.  

  

Scaletta: 

Sinner 

No Mercy 

End of Time 

Nyctophilia (da “Grave”, 2016) 

Afterdeath (da “Grave”, 2016) 

King and Queen 

Guilty 

Lullaby 

The last Day on Earth (da “II”, 2013) 

Oracle 

Long Live Death 

Flatline 

Black Demon (da “II”, 2013) 

 

Go Down Night 

BBF/The Sade/Diplomatics 

DJ Set Checco Merdez 

Astro Club – Fontanafredda (PN)