Seguiamo con attenzione Andrej Kralj, fin dall’omonimo esordio datato 2014. Un Autore assai sensibile alla qualità della propria Musica, della propria Arte, pronto a confrontarsi, pur essendo egli apparentemente schivo, ed ad accogliere nel suo progetto contributi di ospiti, anche illustri.
Giunge ora a noi la sua ultima creazione, IV, per la quale dobbiamo subito, e doverosamente, entrare nel dettaglio della confezione e della produzione. Una chiavetta USB (l’edizione è limitata a trenta esemplari) incastonata in una tessera plastificata a sua volta custodita da un astuccio di pelle nera, accompagnati da un adesivo. Suono in alta risoluzione, ascoltando queste undici tracce potrete realmente percepire ogni dettaglio, ogni sospiro, ogni singola nota.
La Musica, ora. Undici tracce, ripeto, aperte da “Twioys” che con “Ophidian Queen” venne già pubblicata nel 2020. IV affonda le sue radici nel passato di ADiV, dal quale emerge circonfuso di rutilante splendore. La bellezza di queste composizioni, quasi tutte impostate su tempi lenti, meditativi, è infatti portata alla luce dalla forma, dal rigore armonico che le veste. “Twoys” ci apre al mondo, alla visione estetica di Kralj che abbraccia tutte le forme artistiche/espressive, essendo anche poeta e pittore. Ecco che ogni sforzo compiuto trova collocazione nell’alveo di IV, fiume carsico (non a caso!) della coscienza che scorre placido, ma è apparenza, perché nel suo fondo cela emozioni, passioni, timori, in un continuo cangiare d’ambienti, e “Your thoughts buried in darkness” ben riassume i suoi umori. E “Children of the Night” rimanda, anche nell’intitolazione, ai Black Sabbath, quelli primigeni, quelli ancorati ad un preciso ambito espressivo. Ma con accortezza Kralj evita l’emulazione pedissequa, ben cosciente che non avrebbe alcun senso, traendo invece dall’operato dei quattro l’ispirazione che quel preciso passo di IV richiede. La cadenza di Angelos Kyprianos, il suo peculiare accento, forniscono un ulteriore tassello che va a completare quest’opera articolata. L’approccio narrativo consente accostamenti con Bendan Perry, magnifico cantore d’epiche corrusche, ma offre riferimenti anche a Nick Cave e, perché no?, ad un Peter Steele pacificato. Ed i Dead Can Dance offrono una ulteriore chiave di lettura, assai interessante (“Aghori”).
La Musica è Arte, non mercimonio. È quanto mai necessario ricollocarla al centro, ridarle quella irrinunziabile dignità che le spetta, e che il consumo liquido di essa svilisce. Sarà un Romantico, è lo è per certo Andrej Kralj, e IV è un atto di splendida follia. Ma perché non compierlo? Salire sulle alte del Carso, fra rocce che emergono dalla terra rossa come resti ossei di antichissime creature estinte da eoni, appoggiarsi a tronchi che hanno sfidato la bora, l’arsura, le fiamme onnivore, ultimi reduci di un Tempo che pare anch’esso lontano. Allargare lo sguardo, fino al mare, al suo blu/verde che lontano, in fondo, ove la vista si ferma, pare avvampare. Poi rivolgerlo indietro, a quelle onde solide verdi, grigie e rosse modellate dall’infaticabile opera della Natura, che s’aprono alle vostre spalle. Ecco, IV è tutto racchiuso qui.
Lyrics, music, arrangement, recording, mixing and production: Andrej Kralj
Mastering: Steve Kitch
All instruments: Andrej Kralj
Vocals performed by Angelos Kyprianos
Vocals on “Flames of Gold” performed by Angelos Kyprianos and Amanda Onicee
Oboe on “Opidian Queen” and “Aghori “performed by Luis Marquez
Saxophone on “Aghori” performed by Maurice Soque
Electric guitar riff on “Drops of winter” by Marjan Milič
Web: https://adayinvenice.bandcamp.com/merch/limited-edition-usb-drive-iv-2023