Per la gioia dei dark più irriducibili, ecco la nuova release di Byronic Sex & Exile, un minialbum con otto tracce dall’intrigante titolo di Nightmare Avenue. La ricetta di Joel Heyes non cambia, ma si estende l’orizzonte tematico, alla luce del suo costante interesse per il passato. Come si è letto in web, infatti, Nightmare Avenue è il primo di una serie di tre dischi dedicati al gotico vittoriano: il riferimento è dunque sufficientemente colto e, ancora una volta, la musica si ‘sposa’ con la letteratura creando un amalgama di grandissima efficacia, all’insegna del pathos e del romanticismo. Le note di organo che aprono “Nightmare Avenue, Pt.1” illustrano degnamente lo spirito dell’opera e proiettano rapidamente l’ascoltatore nell’universo oscuro e gotico, rappresentato e omaggiato da Byronic Sex & Exile con una passione che di rado si è riscontrata in altri artisti, anche nell’ambito della medesima ispirazione. Il brano procede con solennità cadenzata come volesse – con metodo – esplorare le tenebre, la voce emerge senza prevalere, suggerendo un intimo tormento. Segue uno degli episodi più belli, “Becket”, ove il richiamo è all’ultima interpretazione del mitico attore inglese Henry Irving, amico e confidente di Bram Stoker: qui il ritmo si fa più incalzante, abbinato a suoni elettronici tesi quanto lugubri, e il canto profondo e introspettivo suscita emozioni notevoli; in “National Mourning Protocol” i toni si fanno più ‘cattivi’ e lo scenario più sinistro e opprimente e poi “Berenic” lascia ampio spazio alla desolazione, con un tristissimo piano e sonorità elettroniche che definire deprimenti è dir poco. Quindi “Vathek” amplia la gamma sonora abbinando un piano accattivante a una chitarra di peso, mentre il canto diviene più ‘comunicativo’, quasi incline alla melodia e “Street Magician” è una ballata singolare dalle sfumature ‘cinematiche’ e con quell’andamento cadenzato e un po’ solenne tanto caro al nostro; “Baskerville” – non occorre, in questo caso, menzionare il riferimento letterario – evoca la storia supergotica di Conan Doyle ‘costruendole’ intorno un paesaggio davvero cupo. Infine “Nightmare Avenue, Pt.2” si ricollega all’opener come a chiudere un cerchio e conclude l’album con il mood oscuro e inquietante che l’aveva aperto, dimostrando quanto lo spirito ‘dark’ sappia ancora produrre qualità ed eleganza.