Avevo già avuto modo di parlare su Ver Sacrum del progetto LHAM di Giuseppe Verticchio (Nimh, Hall of Mirrors, Twist of Fate ) e Bruno De Angelis (MANA ERG) a proposito del loro album di esordio Leaving Hardly a Mark. In quel lavoro traspariva un fine lavoro di cesello che dava vita ad ambientazioni elettroniche sicuramente inquadrabili all’interno del genere ambient ma caratterizzate da un particolare approccio compositivo che riusciva ad evocare immagini crepuscolari ed evanescenti. Più o meno questo nuovo They Cast No Shadows si muove sulle stesse coordinate sonore anche se forse emerge ancora di più, in quest’occasione, la qualità cinematica di questa musica. Rispetto al citato Leaving Hardly a Mark emerge poi, a mio avviso, una maggiore oscurità, quasi un senso di inquietudine latente che sembra fare capolino di tanto in tanto durante l’ascolto. In alcuni momenti ho ravvisato un’atmosfera quasi sacrale come in “Tomorrow You Will”. A tratti, come in “Chance Of Rain”, le sonorità mi hanno ricordato alcune cose di Alio Die per l’organicità del suono. “Arnold’s Chamber” riluce invece di una raffinatezza irreale ravvisabile in alcune composizioni di Brian Eno. “Erebus” è poi il momento forse più mistico del disco, con un drone subliminale che sembra provenire direttamente da Ambience di Mathias Grassow (un classico della “deep music”) diventando progressivamente sempre più intenso. La traccia conclusiva “Sic Mundus” chiude in maniera enigmatica e oscura lasciandoci una vaga sensazione di un pericolo astratto. They Cast No Shadows riesce a rilassare la mente e fare staccare la spina dalle preoccupazioni quotidiane, cosa di cui, in questi periodi oscuri, se ne sente un grande bisogno. Il cd è disponibile presso lo store online della Silentes al seguente link: http://store.silentes.it/.