Natale 2022, m’imbatto (grazie ad un aggancio fornitomi da Max della Go Down Records), nel video di “Santa Claus”. Non resistetti, condivisione compulsiva. Non chiedevo di meglio. Cercatelo, se leggete Ver Sacrum, è quello che fa per noi. Anche per il 2023. 

One Horse Band, forse ai più risulta sconosciuta questa sigla. Eppure, Useless Propaganda segna il capitolo numero quattro per la one-man-band più rumorosa del pianeta Terra (e forse non solo, chissà che più in là, nell’Universo…).  

Milano. Primo disco nel 2017, “Let’s gallop!”. L’anno successivo esce “Keep on dancing”. Produce Jim Diamond. Sì, proprio Jim Diamond. Ed ora Useless Propaganda, al quale la Go Down Records riserva la solita cura: ellepì in vinile blu trasparente, custodia in bauletto. Perchè OHB è un giramondo, un globe-trotter, e se dobbiamo seguirlo meglio attrezzarsi, potrebbe fare al caso nostro un contenitore solido. 

Inizio deciso: “Santa Claus”, “Killing floor”, “Supersonic”. Ma la ruvidezza, lo schiaffo vanno bene, in principio, poi si deve consolidare. Dare sostanza, grana, OHB non è (lo è anche, certo) solo intrattenimento. Egli osserva, elabora, espone. Con disincanto, perché farsi illusioni equivale a vivere di rimpianti. E mia nonna mi ripeteva sempre: il rimpianto ti fa morire, il rimorso è il sale della vita, tanto morire si deve. Funzionale alla resa voluta sono la produzione di Dave Schiffman e la masterizzazione affidata a Howie Weinberg, serve che vi citi i curricula? Perché rumore e furore vanno dominati, incanalati, messi a frutto, e ci vogliono mani esperte a manipolare questa materia tossica ed urticante. Tra “Supersonic” ed “Useless Propaganda” il garage nervoso ed ischeletrito cresce nella sostanza, muta nella forma rimanendo sé stesso. Travolge, irride (“It’s a gimmick”), l’essere selvatico che è in lui è pronto a fermarsi, a puntare il dito, a riportarci alla cruda realtà. “I sing” deraglia tra l’indifferenza dei passanti vomitando tutto il disprezzo del quale è capace, questo essere deviato mezzo uomo e mezzo animale. Questo è il garage, pochi mezzi, due accordi impudenti, la voce rovinata. Ed a chiudere degnamente Useless Propaganda ci pensa “Like you do”, brano perfetto per serrare le fila. Tutti insieme. Tutti con lui.