Non è un caso che il quarto disco dei britannici (non sono l’unico a stupirmene, e gli altri? Ci smarriamo in un surplus di pubblicazioni…) veda la luce per GEP/Giant Electric Pea, label collegata agli IQ e vera paladina del new-prog. Sei brani per poco più di tre quarti d’ora di musica di assoluta qualità, concepita ed elaborata nell’arco temporale racchiuso tra il 2019 ed il 2021, quello che è accaduto è ancora conficcato come un cuneo doloroso nelle nostre memorie. Vi richiameranno alla mente i Porcupine Tree, per l’attenzione rivolta alle melodie, ma anche i citati IQ ed i Pendragon, Fall of the Watcher emana però una luce propria. La personalità e le qualità tecniche dei tre componenti il complesso (Robin Peachy voce, chitarre e tastiere, Paul Johnston batteria, chitarre e tastiere, Steve Peachey tastiere) innestano in ogni episodio elementi di qualità, le note scivolano lente in un flusso di quieta eleganza, evocando paesaggi crepuscolari e lunghe cogitazioni notturne. Confermo, mai decretare la fine di un “genere”, le capacità di adattamento e di assimilazione riportano alle più sorprendenti rinascite. Assai intrigante l’artwork, produzione eccellente, ringrazio Anne Fox di GEP per avermeli fatti “scoprire”.