“Seddok: l’Erede di Satana” è il titolo di una pellicola girata negli anni Sessanta (nel cast figura Alberto Lupo) e diretta da Anton Giulio Majano, regista al quale si deve la firma di sceneggiati TV cari alla mia generazione quali, fra i tanti, “David Copperfield” e, per il sottoscritto, “La Freccia Nera” (con Loretta Goggi ed Arnoldo Foà). Ed il collegamento tra l’opera che andiamo a descrivere (almeno tentiamo…) e la Televisione (uso la maiuscola non a caso) è inoltre sancito dall’interpretazione del tema de “Nascita di una dittatura”, serie trasmessa negli anni Settanta e condotta da Sergio Zavoli.
Geometrie Nere conta, oltre al citato, ulteriori quattro brani privi di titolo, caratterizzati da un approccio assai competente e tecnico alla musica e da un corredo di suoni enigmatici, ermetici, richiamanti il titolo. Geometrie oblique, rette in movimento su un piano plumbeo ma mai predominante. Gli esperti vi rintracceranno elementi diversi, afferenti al rock colto e nobile, ma lascio all’ascoltatore il piacere di immergervisi, di lasciare libero spazio all’immaginazione. Il disco vanta una confezione austera ma raffinata, in viola, grigio e nero, che per la consistenza del suo cartoncino esalta anche il senso del tatto.
Geometrie Nere è di fatto un esordio, ma il trio che lo intesta mostra di possedere perizie esecutiva e compositiva superiori anche se, intelligentemente, non lascia che sia lo sfoggio vanaglorioso a prevalere, prediligendo l’impatto della narrazione. La prima traccia si apre con un sospiro affannato, poi un turbine elettronico si leva, ad aprire spazi agli altri strumenti. I brani sono lunghi, la somma totale del minutaggio sfiora i cinquanta minuti ma, movendosi in perfetto equilibrio sul filo della tensione, non interferiscono sull’attenzione che essi reclamano. Si rimane in vigile attesa della prossima mossa, della svolta che può palesarsi improvvisamente, come quando la chitarra leva scuri muri dark/hard/prog, o nell’interazione fra gli strumenti, in un perfetto incastro di emozioni soggette a forte sollecitazione (la “0104” lascia trasparire spiragli di luce, tra accelerazioni dinamiche libere da costrizioni, ma la chiusura, affidata ad una voce strascicata, sofferente, nulla di positivo lascia presagire).
Geometrie Nere è una colonna sonora, quella del crepuscolo della Ragione. Nessuna voce, non è necessaria per prendere coscienza.
A.T. La Morte: basso
Marco Nepi: chitarre
Enzo P. Zeder: batteria e sintetizzatori