Perché ricercare ad ogni costo l’originalità, quando è sufficiente accontentarsi di una cinquina di belle canzoni? Che oggidì sono merce rara assai… 

J. Whiteaker e W. Thiele hanno ridotto la denominazione sociale (esimendo “of the Marionettes” ma non la qualità della loro offerta) ed assemblando un dischetto che piacerà agli amanti del pure-gothic-sound. E piazzando all’inizio una “Figured” dal solido impianto assicurato da percussioni tribali e da lame di chitarre che tagliano di sbieco l’ordito sonoro. La risurrezione ennesima del death-rock, cenere che torna allo stato primordiale di carne viva e pulsante. Ma Persephone ci riserva ulteriori gioie, come la delicata e dreamy “Nite Nite” (chi vi ricorda?), errabonda cogitazione nel cuore della notte tormentata da mille rimembranze, mentre in “Two as one” basso e chitarra prendono possesso della scena, amalgamando i loro suoni ed accompagnando la voce che pare provenire da lontano, dalle più recondite profondità dell’anima turbata. “Wasted Moon” è la più oscura, introversa: s’apre col plumbeo rimbombo del basso e col sibilo della chitarra, incedendo poi solenne nel suo richiamo costante ad un’epoca ancora viva nella nostra memoria, senza scivolare nella lacrimevole nostalgia, chiudendosi con un urlo disperato. 

Un bel dischetto, testimonianza di un sottobosco ancora fecondo.