“I suoni dal nulla e al nulla ritornano, ma persistono nella nostra memoria, nella nostra carne e nella nostra anima per sempre”.

In questo modo Daniele Bogon (1982) , musicista sperimentale di Padova, presenta il suo nuovo disco intitolato Del suono e della luce che segna il suo esordio per l’etichetta Slowcraft. Si tratta del suo lavoro più maturo, composto in un arco temporale di quasi 2 anni a partire dal 2020. Gli intenti di Bogon erano, per l’occasione, molto ambiziosi. C’era la volontà di andare oltre, di esplorare nuovi territori musicali rispetto al passato. Tutto questo si è tradotto in un disco che colpisce subito nel segno grazie alle atmosfere fredde ma evocative dell’elettronica. In realtà si tratta di un album che è molto più fruibile di quel che si potrebbe pensare. Siamo di fronte ad una musica ambientale che si colora ora di momenti più rilassati e meditativi ad altri in cui traspare una certa cupezza di fondo. Le sonorità sono stratificate e minimali e creano dei continui loop che diventano progressivamente magniloquenti. Ci sento l’influenza, in queste tracce, di certa scuola elettronica tedesca degli anni ‘70 e, in particolare, dei Tangerine Dream. Lungo la durata di circa 50 minuti l’ascoltatore viene proiettato in una dimensione metafisica che fa viaggiare la mente verso lo spazio interiore di cui parlava il grande scrittore di fantascienza James Graham Ballard. In ogni caso Del suono e della luce piacerà sicuramente a chi ama il dark-ambient e la cosmica tedesca. Esce in edizione digitale e in formato cdr in un’ edizione su un inserto riciclato a 6 pannelli, sigillato in una busta gommata con francobollo personalizzato, allegato all’interno di un sacchetto di carta oleata. Il tutto è stato assemblato a mano dalla Slowcraft con estrema cura. Disponibile su Bandcamp: https://slowcraft.bandcamp.com/album/del-suono-e-della-luce.