Da qualche remota galassia shoegaze giungono i Pam Risourié, ai quali vanno assegnati tre EP pubblicati nell’arco temporale che va dal 2019 al 2021 (“Rituals”, “Noctessa” e “So be it, eternity”). 

Con Days of Distortion (titolo-manifesto) marcano il loro esordio in lungo, e lo fanno con coscienza e facendo affidamento su una buona dotazione di mezzi, come l’opener “You are the sound” testimonia, primo passo di una serie che non mostra titubanze e nemmeno segni di cedimento, segno che la palestra frequentata ha dato i suoi frutti. Le chitarre scendono in profondità per poi risalire lente, sospinte dalla sezione ritmica che accompagna ma anche guida, la voce riassume umori, raccoglie frammenti, lasciando alla produzione il compito di mettere a punto, di attribuire ad ogni elemento il suo ruolo. Belli i giochi di rimandi di “A star among the candles”, “Disappear for me” s’allunga pigramente sui dieci minuti circa di durata, con il finale che pare non voler giungere mai, ed un tema ripetuto che s’avvinghia alla chitarra, “Spectre” paga dazio al dream-pop più leggiadro (i nostri Moonlit Station!), “Weltschmerz” calpesta l’erba bagnata dalla pioggia di maggio, soffermandosi a meditare sotto le fronde verdissime d’un tiglio che s’appresta alla fioritura, lasciando che i goccioloni calino pesanti sulla tela dell’impermeabile, altrove sono suoni desertici ad attirare l’attenzione, ma ogni una delle otto tracce che costituiscono la colonna vertebrale di DoD evidenzia la devozione nutrita dal quintetto nei confronti di sonorità dreamy, post-rock e shoegaze (concedendosi qualche divagazione, come in “Solemnly”). Sì, c’è ancora molto da scoprire. 

 

Aggiungo una nota: DoD è stato masterizzato da Simon Scott (Slowdive) ed è disponibile in formato vinile, cassetta e digitale. 

 

Rémi (chitarra/voce, composizione) 

Octave (chitarra) 

Vincent (batteria/basso) 

Antonin (chitarra)  

Max (basso/batteria)