Aggiungono un nuovo tassello alla loro (di recente istituzione) bacheca discografica, TBA dal Colorado, con Stangers among strangers che (non solo nel titolo e nella grafica) rende ancor più chiaro il quadro delineato dal precedente “We become strangers”. 

Anche queste sei nuove tracce pongono nella giusta evidenza l’ottimo lavoro di produzione operato da Michael Smith, la produzione è eccellente e risalta i suoni curatissimi e la funzionale voce di Kimberly. L’opener “A night like this” e “Ready to die” sono esemplari nel loro collocarsi nel solco della dark-wave più riflessiva, con il basso e la batteria a scandire i temi di una narrazione ombrosa, mai opprimente però, bagliori di melodia, che è componente irrinunziabile del loro stile, illuminano ogni singolo episodio, donandogli dinamicità e vigore controllato. La meditabonda “Masked” chiude l’ep omaggiando la prosa decadente e notturna resa archetipo da The Cure con un approccio che è comunque personale. Un complesso dal quale possiamo legittimamente attenderci ulteriori prove di valore.