Album ascrivibile alla corrente ambient dark, Ecatombe, quarto capitolo operato dalla sigla Pavor Nocturnus e magnificamente introdotto dalla paradigmatica “Maleficio”. L’opera, suddivisa in sei atti, induce nell’ascoltatore un genuino senso di angoscia, di smarrimento, sottraendo alla ragione l’alimento della quale si nutre. Ogni certezza viene meno, si procede a tentoni nel buio impenetrabile d’un crepuscolo che non ipotizza soluzioni. Il suono prodotto dall’artista milanese fluisce solenne in un andamento cerimoniale che richiama riti ancestrali che l’umanità ha (volutamente) confinato nei recessi più bui ed insondabili della memoria, innominabili brandelli cancerosi d’un passato antichissimo che però è pronto a ritornare. Certamente, risalendo la prima architettura di Ecatombe al 2020/2021, sulla sua determinazione ha influito quanto accaduto in quei mesi, quando l’eco di pestilenze che parevano confinate ai libri di Storia (sempre troppo distrattamente considerata) è risuonato sinistro, preconizzando sciagure ancor più rovinose. Stermini, ecatombi. “La Mattanza” viola la nostra zona di conforto, quella che ci siamo costruiti illudendoci che nulla potrà cambiare, urla lontane (ma quanto?) compiono una metodologica distruzione d’ogni sicurezza, azzerandola scientemente ed introducendoci ad “Abisso”, pièce de résistance di Ecatombe, summa ideale del pensiero che pervade l’intiera opera e l’azione del suo creatore. Il peso dell’esperienza qui si fa decisivo, la tensione rimane alta per tutta la durata (si sfiorano i dieci minuti) della composizione: si scivola lentamente in un limbo profondo, avvolgente, liquido. L’ignavia che ci accompagna all’atto finale, all’estinzione. Brano superbo al quale segue la brevissima “Supplica”, prologo alla traccia che attribuisce il nome al disco e che (come “Abisso”) lo rappresenta. Si accentua l’elemento rituale/liturgico, ma è la celebrazione della grandezza (a pro della loro illusoria misericordia) di Divinità sconosciute, l’esistenza delle quali è inequivocabile, assoluta. Quelle rassicuranti alle quali ci rivolgiamo, non esistono (più). Ci risveglieremo mai da quest’incubo?
Composed by Pavor Nocturnus
Mixed by Eugenio Mazza
Mastered by Frederic Arbour
Artwork by Coito Negato
Web: https://musicpavornocturnus.bandcamp.com/album/ecatombe