Ho tra le mani l’attesa versione vinilica della ristampa filologica di The Inmost Light, che segue di alcune settimane l’uscita in triplo CD. L’edizione in doppio LP è, come sempre, molto curata: vinile 180 grammi, gatefold, corposo libretto con tutti i testi, ricco di foto. Tutto l’artwork originale è stato preservato e riprodotto, e il gusto feticistico dei collezionisti di materiale targato Current 93 è pienamente soddisfatto. La trilogia vede distribuiti su due dischi l’EP Where the Long Shadow Falls (1995), l’album vero e proprio All the Pretty Little Horses (1996) e un EP finale, The Starres are Marching Sadly Home (1996). Il primo è una lunga composizione di 19 minuti, che vede un ritorno alle atmosfere pre-svolta folk, con recitato di Tibet su una base di loop. Interessante, ma a tratti inconsistente. Il cuore dell’opera è ovviamente l’album, considerato da molti come uno dei capolavori di Current 93. Il disco è situato esattamente a metà strada tra la prima produzione più “sperimentale” e la forma canzone del secondo periodo. Se l’apertura è affidata al compianto Jhon Balance, con un breve frammento, il secondo brano, title track dell’album, è un traditional folk graziato dalla chitarra di Michael Cashmore e da un evocativo Tibet che sussurra una ninna nanna. Segue “Calling for Vanished Faces”, che introduce il tema chiave della trilogia, quello della “inmost light”, l’anima. La successiva “The Inmost Night” è ancora una volta un brano inquietante che riporta alla mente un passato mai sopito. Il disco continua in questa maniera, alternando brani dal sapore folk (“The Carnival is Dead and Gone”, “The Inmost Light”) a brani più oscuri e ricchi di textures (“Twilight Twilight Nihil Nihil”). In chiusura trova posto una riproposizione di “All the Pretty Little Horses” affidata nientemeno che a Nick Cave, che però non riesce ad eguagliare la performance iniziale di David Tibet. Chiude il trittico, dall’EP omonimo, “The Starres are Marching Sadly Home”, un altro lungo brano questa volta decisamente riuscito. A dare supporto ci sono le voci di Andria Degens e Shirley Collins, che in chiusura riprende per l’ennesima volta il motivo di “All the Pretty Little Horses”. Inutile sottolineare come questa ristampa sia imperdibile, All the Pretty Little Horses è uno degli album più maturi di Current 93 e un ottimo disco da cui iniziare ad esplorare la vasta discografia del gruppo.
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