Uno dei concerti più attesi di questo fine anno si è rivelato un grande successo (e su questo avevo ben pochi dubbi…); stasera il Transilvania Live di Milano è stracolmo per il concerto degli Hocico, il duo messicano che si è ormai imposto in tutto il mondo come una delle più apprezzate band – elettro.
Grande era la curiosità in chi non aveva ancora avuto modo di assistere ad un loro concerto, mentre chi come me li aveva già visti, sapeva che i due ragazzi messicani dal vivo sprigionano una grinta ed un’energia incredibile che rende i loro show delle feste indimenticabili e puntualmente è stato così anche stasera. Facciamo un passo indietro e spendiamo due parole sui First Black Pope, band italiana che ha fatto da supporter alle due date italiane degli Hocico; era la prima volta che assistevo ad un loro concerto, dopo aver sentito parlare di loro abbondantemente, e devo dire che li ho trovati niente male, di grande impatto visivo, grazie al loro abbigliamento “fetish”, con tanto di maschere antigas, fruste, ecc. mentre la musica che propongono è un elettro-industrial particolarmente teso ed oscuro, atmosfere opprimenti ben espresse dal magnetismo del cantante. Il pubblico è stato a mio avviso troppo freddo nei loro confronti e continuo a pensare che l’esterofilia non faccia apprezzare a buona parte del pubblico italiano le diverse band elettroniche valide su cui ora possiamo contare (mi riferisco a Pulcher Femina, XP8, Syrian ed appunto First Black Pope e scusate se ho dimenticato qualcuno).
Dopo un intervallo piuttosto lungo che fa crescere ancora maggiormente il clima di palpabile impazienza, giunge il momento degli Hocico. Come di consueto Racso prende posto dietro le tastiere (sotto le quali è posto un telo su cui vengono proiettati filmati che però può vedere bene solo chi sta nelle primissime file, vista la bassa posizione in cui è montato) e Kre ha l’onere di scatenarsi sul palco e trascinare un pubblico già molto ben predisposto. Dopo l’intro di “La muerte de un enemigo”, assestano un micidiale “uno-due” con “Ruptura” e “Untold Blasphemies” ed il Transilvania è ai loro piedi! Gran parte del pubblico si lancia in danze sfrenate che spesso sfociano nel “pogo” più classico: impossibile non farsi trascinare dalla grinta degli Hocico e dai loro pezzi. Ampio spazio a Signos de aberracion, da cui eseguono (oltre alla già citata “Untold Blasphemies”), “Instincts of perversion”, “Bloodshed”, “Forgotten tears” e “Twisted lines”; dai lavori precedenti ci vengono proposti hits come “Distorted face”, “Spit as an offence”, “Sexo bajo testosterona”, “Poltergeist”, “Without a God”, mentre per i bis ci offrono “Banished” (dal mcd Cursed Land) e chiudono con il brano che li ha fatti conoscere al pubblico italiano, “Odio en el alma”, tratta dal loro primo album.
Un concerto esaltante che si chiude tra gli applausi scroscianti di un pubblico stremato ma estremamente soddisfatto. Gli Hocico hanno dimostrato ancora una volta di essere una grandissima “live band” e che i loro concerti non lasciano mai delusi. Alla prossima ragazzi… speriamo non passi troppo tempo.
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