Ver Sacrum C’era da immaginarselo che i Death SS ci avrebbero riservato delle sorprese con questo nuovo lavoro, ennesima fase di quell’evoluzione iniziata con l’ottimo Do what thou wilt e proseguita con Panic, album che a dire il vero ha lasciato l’amaro in bocca a più di una persona. Mi sembra giusto sottolineare che chi ha amato i vecchi Death SS e un certo tipo di sonorità un po’ vecchio stile non gradirà molto questo nuovo lavoro, ma credo invece che coloro i quali apprezzano le commistioni tra generi diversi come il metal, l’industrial e l’elettronica potranno trovare in Humanomalies cose assai interessanti, magari del tutto inaspettate. I suoni dell’album sono molto moderni e accattivanti, ancora una volta i synth hanno una funzione importantissima all’interno di ogni brano ma in questo caso, rispetto al passato, l’approccio è molto più sperimentale: l’impressione è quella di ascoltare una gruppo industrial-metal da sempre dedito a questo genere e quasi non sembra possibile che a suonare sia proprio la band toscana! Una cosa che ho subito notato e che giudico davvero positiva è l’immediatezza di parecchi dei pezzi contenuti nel cd: credo che anche dal vivo renderanno molto bene e questo sarà un sollievo per i fans della band, ultimamente abituati a performance non esaltanti dovute alla presenza in scaletta di brani di poco impatto, e mi riferisco in particolar modo a quelli estratti dal già citato Panic. Molto bella anche la parte lirica dell’album, interamente dedicato a tematiche come la diversità degli individui e l’orrore del quotidiano, mentre per quanto riguarda la cover c’è un richiamo ai vecchi cartelloni pubblicitari dei famosi “freak show”. Un disco da consigliare quindi, che forse incuriosirà anche chi in passato non ha mai ascoltato questo (grande) gruppo!