L’ideatore di questo nuovo progetto norvegese è Einar “Kvitfran” Selvik, ex batterista del gruppo black metal Gorgoroth. Lo aiutano in quest’avventura Lindy Fay Hella alla voce, e alle percussioni, Hallvard Kleiveland alla voce e altri strumenti e Kristian ‘Ghaal’ Espedal, attuale voce degli stessi Gorgoroth. Runaljod è il titolo di una trilogia completamente dedicata alla resa sonora delle ventiquattro rune che costituiscono il Futhark, ossia l’antico alfabeto runico, e Gap Var Ginnunga è il titolo del primo dei tre album, che dovrebbero essere pubblicati nel giro di un paio d’anni. Il tema delle rune ha affascinato, nel tempo, numerosi artisti di diversa estrazione e, in ambito musicale, è stato molto amato non solo all’interno della scena metal nordica ma anche nel folk apocalittico. In questo caso il musicista norvegese si propone di analizzare le rune tentando di sfruttare strumenti, tecniche e metodologie tipiche dell’Europa settentrionale, come quel canto profondo di origina sciamanica che caratterizza molti dei brani del CD; anche le registrazioni sono state effettuate in luoghi remoti della Norvegia, anche all’aperto, per includere nelle registrazioni anche la naturale ambientazione. Da un punto di vista sonoro, ciò che viene qui espresso non ha molto a che vedere con la matrice metal dei musicisti presenti, se non l’inserzione di drone profondi e, a tratti, simili al rombo di un tuono lontano che fanno pensare al gusto del rumore. Dovendo cercare un esempio di gruppo del passato che possa ricordare i Wardruna, andrei a disturbare i Popol Vuh del compianto Florian Fricke, quelli dell’epoca di Fizcarraldo più c he di Hosianna Mantra, a cui va però sottratto il ruolo spesso centrale del pianoforte e va ridotta l’importanza della voce femminile; il canto ricorda in qualche modo anche gli studi sulle voci armoniche. Di conseguenza è abbastanza chiaro che non si tratta di un lavoro di facile ascolto, ma, ciononostante, lo trovo interessante e, nel complesso, piuttosto personale e il suo ascolto è caldamente consigliato soprattutto agli ascoltatori di sonorità dark ambient, che potrebbero accoglierlo come una piacevole novità.
Lascia un commento