Se non ho perso il conto, Traenenherz è il settimo album dei Blutengel (senza contare un’infinità di singoli e mcd) e quindi sulla band di Chris Pohl abbiamo già avuto modo di scrivere parecchie volte nel corso di questi anni. Inutile ribadire concetti ormai assodati come la banalità dei loro testi e dell’immaginario “erotico-vampiresco” che li caratterizza, per una proposta musicale che punta più sulla forma che sulla sostanza, eppure, dopo diversi dischi decisamente spompati e fatti con lo stampino (e comunque di grande successo, almeno in Germania), questo nuovo album mi pare evidenziare un miglioramento da parte del gruppo tedesco. Sarà merito della produzione di Josè Alvarez Brill (già all’ opera con Wolfsheim), ma il sound di Traenenherz è graffiante come ai bei tempi di Seelenschmerz (album che compie dieci anni e che infatti in questi giorni è stato ristampato, in versione rimasterizzata e con un cd-bonus) ed alcuni dei brani qui inclusi risultano innegabilmente trascinanti. I synth pompatissimi ed i refrain immediati di pezzi come “Reich mir die hand”, “Uber den horizont”, “Irgendwann”, “Doomsday” e “Das andere Ich” funzionano e fanno di questo disco un’opera che, nel contesto del “modus operandi” dei Blutengel, risulta come uno dei loro dischi migliori. Ovviamente chi li ha sempre disprezzati non troverà nemmeno in questo disco motivi per cambiare opinione, ma per chi non disdegna almeno talvolta l’ascolto di elettro-pop di puro disimpegno, Traenenherz (disponibile in tre versioni diverse) può riservare diversi episodi gradevoli.