Erik Jarl attraverso il suo progetto Jarl prosegue ad esplorare la natura del suono. Nel precedente Hyperacusis si era soffermato sul concetto dell’iperacusia, ovvero dell’aumento della sensibilità auditiva, talvolta dovuto alla mancata regolazione della membrana timpanica a causa della paralisi del nervo cocleare. In questo Phonophobia Jarl si concentra invece su una particolare patologia psichiatrica in cui il paziente è ossessionato da un suono che sente dentro la sua mente. Lo scopo delle tracce contenute nell’album è proprio quello di ricreare l’universo sonoro racchiuso nella mente di chi soffre di questa problematica. Come nella tradizione di questo artista la musica è estremamente minimale, basata su lunghi drones statici che riempiono lo spazio circostante. Lo scopo è quello di influenzare la psiche dell’ascoltatore facendogli sperimentare un’esperienza sonora profonda. In questo senso le 3 lunghe tracce di cui è composto Phonophobia raggiungono sicuramente lo scopo grazie alla costanza del flusso sonoro. La prima traccia “Scale: 1” (di circa 25 minuti) è strutturata su un bordone ipnotico che mi ha ricordato i Cranioclast di Iconclastar. La successiva “Scale: 2” (la lunghezza si mantiene sempre sopra i 20 minuti di durata), è più pacata e d’atmosfera ma riesce a mantenere l’ascolto su livelli sempre attivi. La conclusiva “Scale: 3” conclude questo viaggio psicoacustico con ambientazioni sempre ipnotiche e ambientali. Un album che credo piacerà molto agli amanti del dark-ambient e che, per la tematica trattata, mi ha fatto venire in mente Multiple Personality Disorder dei Maeror Tri. Disponibile su Bandcamp: https://zoharum.bandcamp.com/album/phonophobia.